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Questo articolo è stato pubblicato il 26 aprile 2014 alle ore 14:45.
L'ultima modifica è del 26 aprile 2014 alle ore 20:36.

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I colloqui tra Mosca e Berlino
Proprio mentre il premier ucraino era in visita in Italia, i ministri degli Esteri di Russia e Germania, Sergei Lavrov e Frank-Walter Steinmeier, hanno avuto un colloquio telefonico per disinnescare le crescenti tensioni in Ucraina. Lavrov e Steinmeier - afferma il ministero degli Esteri russo - hanno posto l'accento «sui possibili passi per una de-escalation della situazione».

La presa di posizione del G7
«Abbiamo concordato di muoverci rapidamente per imporre ulteriori sanzioni alla Russia». Lo scrivono i leader del G7 in un comunicato sottolineando che «data l'urgenza di assicurare l'opportunità di un voto di successo e democratico alle elezioni presidenziali in Ucraina del mese prossimo, abbiamo deciso di agire urgentemente per intensificare sanzioni mirate e misure per aumentare i costi delle azioni della Russia».

Il G7 evidenzia che «l'agire della Russia in Ucraina e la risposta della comunità internazionale hanno già imposto costi seignificativi alla sua economia. Mentre continuiamo a preparare ulteriori, coordinate sanzioni, incluse misure settoriali sulla base delle circostanze, sottolineiamo che, come da impegno assunto all'Aia lo scorso 24 marzo, le porte restano aperte a una soluzione diplomatica di questa crisi, sulla base degli accordi di Ginevra. Esortiamo la Russia a unirsi a noi nell'intraprendere questa via».

Lunedì incontro a Bruxelles tra i Paesi Ue
Gli ambasciatori dei 28 Paesi dell'Unione europea si riuniranno lunedì a Bruxelles, in vista della nuova tornata di sanzioni europee contro la Russia per l'escalation in Ucraina. Lo ha riferito una fonte Ue. Nel mirino delle nuove sanzioni Ue dovrebbero finire funzionari russi ai quali verrebbe applicato il congelamento dei beni e il divieto di viaggio nei Paesi europei.

Alla vigilia dei colloqui di Ginevra del 17 aprile scorso era già stata redatta, in via di principio, una lista di 15 persone da aggiungere alle 55 personalità russe già inserite nella lista nera: l'Ue si era comunque astenuta dall'applicare altre sanzioni per non affossare i colloqui di pace. Tuttavia, con l'escalation delle tensioni degli ultimi giorni in Ucraina, il G7 ha concordato di applicare nuove sanzioni e «in linea con le dichiarazioni del G7, lavoreremo affinché la lista sia approvata prima della fine della giornata» ha aggiunto la fonte Ue. Un altro diplomatico europeo vicino al dossier ha indicato che i ministri degli Esteri dei 28 Stati membri «potrebbero essere convocati a Bruxelles qualora si decida di aumentare la pressione su Mosca attraverso ssanzioni economiche di ampia portata, quali un embraqgo commerciale, conosciute come fase tre». In ogni caso «al momento non è stato programmato un meeting tra i ministri: vedremo lunedì», ha concluso la fonte.

Parigi e Berlino per la liberazione degli ostaggi Osce
Appello da Francia e Germania per la liberazione dei 13 osservatori dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce) rapiti in Ucraina. Obiettivo che è condiviso dalla stessa Russia, anch'essa paese membro dell'Organizzazione. Parigi «condanna fermamente il rapimento, il 25 aprile, dei 13 osservatori Osce nell'est dell'Ucraina« ha dichiarato il ministro degli esteri francese, Romain Nadal.

Così, Ursula von der Leyen, ministro della Difesa della Germania da dove provengono quattro dei rapiti si é appellata «a tutti coloro che esercitano influenza, in Russia e Ucraina, affinché compiano urgentemente tutto quanto in loro potere perché gli osservatori siano rilasciati immediatamente e in buona salute».

I separatisti pro-russi in Ucraina hanno riferito di ritenere gli osservartori delle «spie della Nato» e che non saranno liberati se non in cambio «dei nostri fatti prigionieri».

«È inaccettabile - ha detto il capo della diplomazia francese - prendere come obiettivo degli osservatori inviati dalla comunità internazionale per contribuire all'abbassamento delle tensioni e risolvere la crisi in Ucraina». Anche Mosca, da parte sua, ha chiesto la liberazione degli ostaggi, assicurando che farà tutto quanto in suo potere per ottenerla

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