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Questo articolo è stato pubblicato il 05 maggio 2014 alle ore 20:22.
L'ultima modifica è del 06 maggio 2014 alle ore 09:06.

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«Non lasceremo calcio a Genny 'a Carogna, Stato c'è e Speziale è in galera»
«Non sono d'accordo sul fatto che dovevo andare via dallo stadio - ha aggiunto il premier - il calcio non lo lasceremo ai vari Genny 'a Carogna. Lo ridaremo alle famiglie. Facciamo finire la campagna elettorale e il campionato e poi riuniamo tutte le autorità e interveniamo in modo serio». E ha rivendicato: «Lo stato c'è: Speziale non è libero. Ha ucciso un uomo e sta in galera. Faremo tutto quello che serve per fare in modo che i delinquenti stiano in galera».

Alfano: potremmo arrivare al Daspo a vita
«A fine campionato - ha anticipato stamattina il ministro dell'Interno, Angelino Alfano, intervistato da Rtl - ci riuniremo assieme alle società per prendere decisioni in vista del nuovo campionato. Abbiamo già fatto alcune cose, se non bastano siamo pronti a lavorare per estendere l'uso del daspo fino ad arrivare al Daspo a vita». Il responsabile del Viminale ha poi negato che in occasione della gestione dell'ordine pubblico per la finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina ci sia stata una trattativa tra le autorità di polizia e gli esponenti della tifoseria. «Lo Stato c'è - ha sottolineato -, è forte e non fa trattative con le curve».

Orlando: attendo capire proposta Alfano
Ad Alfano però ha risposto a stretto giro Andrea Orlando. La ricetta del Viminale è in corso di valutazione da parte del ministro della Giustizia, che attende «di capire qual è esattamente la proposta del ministro dell'Interno, e quali sono i presupposti per attivare questa misura».

Ipotesi raddoppio Daspo recidivi e allargamento reati
Alcune delle misure alle quali sta lavorando il Viminale per inasprire la normativa sulla violenza negli stadi sarebbero il Daspo raddoppiato ai recidivi e l'allargamento dei reati per i quali è prevista la possibilità di applicazione del provvedimento. Il provvedimento potrebbe approdare al Cdm già la prossima settimana

Procura chiede convalida per i quattro arrestati
È stata intanto effettuata la prima informativa della Digos al procuratore aggiunto Pier Filippo Laviani e al pm Antonino Di Maio sugli incidenti accaduti sabato. I magistrati hanno chiesto la convalida dell'arresto dei 4 tifosi avvenuto dopo gli scontri nella zona di Tor di Quinto nell'imminenza dell'incontro. Il rapporto della Digos è stato consegnato in tarda mattinata e sulla base della relazione sono stati contestati all'ultrà romanista Daniele De Santis le accuse di tentativo di omicidio, porto e detenzione di arma abusiva e rissa. Quest'ultimo reato è stato ipotizzato anche per Ciro Esposito, raggiunto alla schiena da un proiettile, e agli altri due napoletani che secondo la ricostruzione degli investigatori erano con lui. Entro mercoledì ci saranno gli interrogatori di garanzia. lui. Entro mercoledi' ci saranno gli interrogatori di garanzia.

Malagò: contro la violenza negli stadi non si è fatto nulla o lo si è fatto male
Esposito ha trascorso una notte stabile con un decorso post operatorio regolare. L'operazione è riuscita, ma le condizioni del ragazzo sono ancora critiche, e il giovane rischia la paralisi. La difesa del ragazzo - accusato di rissa e in stato di fermo e piantonato in ospedale - sarà assunta a titolo gratuito dagli avvocati di Maradona, Sergio ed Angelo Pisani. Secondo il presidente del Coni Malagò, contro la violenza negli stadi «non si è fatto nulla o lo si è fatto male». Il ct della Nazionale Prandelli ha fatto presente che c'è il rischio di uno stop al calcio italiano da Fifa e Uefa come avvenne con l'Inghilterra. Si valuta il Daspo per il capo ultras del Napoli "Genny 'a carogna".

Alfano: stretta estesa al branco
«Ora - ha ricordato Alfano - il daspo vale per cinque anni, estendibili ad altri cinque in caso di recidiva. Noi puntiamo ad aumentare la pena per la recidiva a otto-dieci anni ed allargarla anche al gruppo, al branco. Se si dice a un tifoso che per 15 anni o per tutta la vita non può andare allo stadio si avranno risultati».

Dialogo con le società, che sono sane
Insieme alle società, ha proseguito il ministro, «abbiamo già avviato un lavoro che prevede anche la separazione dei settori dello stadio per non penalizzare l'intera curva. Le società sono sane, non vogliono avere a che fare con i tifosi violenti e lo Stato deve aiutarle ad emanciparsi. Faremo ciò che serve per trovare un punto di equilibrio tra sicurezza e partecipazione perché ci teniamo anche ad avere gli stadi pieni e che possano essere frequentati dalle famiglie».

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