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Questo articolo è stato pubblicato il 19 maggio 2014 alle ore 12:55.
L'ultima modifica è del 19 maggio 2014 alle ore 23:00.

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Renzi durante il suo discorso a Napoli (ANSA) Renzi durante il suo discorso a Napoli (ANSA)

«Renzi perderà e per lui sarà lupara bianca», tuona Beppe Grillo sul suo blog, alla vigilia dell'attesa partecipazione alla trasmissione 'Porta a Porta', in diretta dalle 23.30 di stasera. «L'Italia guiderà il cambiamento, cambia chi governa, non chi urla», ribatte Matteo Renzi in una conferenza stampa congiunta con il premier polacco Donald Tusk, a Villa Pamphili. Per poi rincarare la dose in serata, a 'Piazza Pulita': «I morti di lupara bianca esigono rispetto e credo che la politica dovrebbe riprendere il significato delle parole». E ancora, in un comizio serale in una gremita piazza Sanità a Napoli (la stessa dove andò anche Grillo): «Come si fa a non pensare che su certe cose non si scherza?» Alla politica che «insulta», che usa «linguaggi di morte», come quella di «uno statista genovese», il Pd risponde con «linguaggi di gentilezza, ma di decisione». E ancora: «Non si può «lasciare l'Italia a chi vuole distruggerla». Convinto che se il M5S «provoca» e urla sempre più forte, è perché «ha paura» del Pd.

Grillo: Renzi perderà, lo attende lupara bianca
A meno di una settimana dal voto, si alzano i toni della campagna elettorale per le europee. E sono scintille tra il leader M5S e il premier. I toni sono accesi. «Prevenire è meglio che curare. La lupara bianca attende Renzie (il presidente del Consiglio Matteo Renzi, ndr) che in fondo è uno smargiasso, un fanfarone, quello che si vede quando apre bocca, ma va avvertito, è un essere umano anche lui. Il Sistema assume i suoi uomini a progetto, se ci riescono, bene, altrimenti vengono fatti scomparire nel nulla. Come per la mafia. Lupara bianca» scrive Beppe Grillo in mattinata sul suo blog.

Renzi: guai a chi di noi insulta, cambia chi governa
«Guai a chi di noi insulta, guai a chi di noi si lascia prendere dalla provocazione», replica a Napoli Renzi. «Cambia chi governa, non chi insulta», ribadisce, attaccando però così il M5s: «Loro sono la rabbia, noi la speranza. Loro sono il passato, noi il futuro». Convinto che se il M5S «provoca» e urla sempre più forte, è perché «ha paura» del Pd.

«La piazza è casa nostra»
Renzi si prepara a combattere «fino all'ultimo» per ogni singolo voto. E da una gremita piazza Sanità a Napoli (la stessa dove andò anche Grillo), rivendica: «La piazza è casa nostra». In piazza il premier cerca di far passare un messaggio rivolto a tutti gli elettori, di sinistra come di destra: non si può dare il loro voto a dei «buffoni», perché non hanno «credibilità». E il Movimento 5 Stelle, come Forza Italia, non ha una credibilità all'altezza «delle aspettative che l'Italia suscita in Europa». Il Pd, è il sottinteso del segretario, in un'intervista a Piazza Pulita, quella credibilità ce l'ha. E lo sta dimostrando con l'azione del governo.



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