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Questo articolo è stato pubblicato il 20 maggio 2014 alle ore 07:17.
L'ultima modifica è del 20 maggio 2014 alle ore 12:02.

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«Non sono Hitler». Beppe Grillo torna sulla Tv di Stato, dopo 20 anni, e la sua mossa - "assolutamente politica" - gli serve per conquistare una nuova categoria di elettori, quella dei moderati. E sceglie il salotto televisivo per antonomasia: la 'terza Camera' di Bruno Vespa, quella dove si fanno e disfano governi e alleanze.

Referendum per uscire dall'euro
«Noi vinceremo e la nostra sarà una marcia trionfale» avverte il leader del MoVimento 5 Stelle che celebra il funerale al premier in carica, Matteo Renzi. «L'ebetino è già finito: parliamo del nulla, del niente» e questo delle Europee «è un voto politico. O noi o loro». E sull'euro: «Dobbiamo andare in Europa, fare vedere che ci siamo. Se non ci ascolteranno chiederemo un referendum: se uscire dall'euro o no lo decide il popolo italiano, non quattro coglionetti».

Senza di noi la violenza sarebbe esplosa nelle piazze
Per portare a termine la sua marcia Grillo ha bisogno di convincere chi del MoVimento ha paura. Per questo la prima cosa che contesta al giornalista che lo ospita in Tv è una sua foto che campeggia in studio con gli occhi spiritati. «Se vedessi uno così avrei paura a votarlo anche io» si lamenta il leader del Movimento che, invece, vuole solo rassicurare. «Senza di noi la violenza sarebbe esplosa nelle piazze. Noi abbiamo incanalato la rabbia in un movimento democratico», sottolinea.

Il plastico che non entra in studio
Grillo ha studiato il rientro in Tv nel dettaglio: ha anche costruito un plastico, come quelli che hanno fatto la storia di Porta a Porta. Lo svela davanti alle telecamere nel cortile di via Teulada: la Rai non gli consente di portarlo in studio («non fanno entrare le cose di plastica e poi invitano Berlusconi», ironizza) ma lui lo mostra ai fotografi. E a Bruno Vespa: «ho un regalo per te». È un castello, quello di Lerici, che tanto lo impressionava quando era bambino. Ci sono delle segrete da cui spuntano politici, imprenditori e giornalisti. Tutti lì, Monti, Renzi, Napolitano e Vespa imprigionati in attesa del "processo" del MoVimento. «Ci vorrà un anno ma lo faremo» annuncia e mette alla sbarra anche De Benedetti e Tronchetti Provera. «Vinceremo le Europee e poi le Politiche e nell'attesa faremo questi processi on-line» spiega.

Il selfie con Vespa
Poi sale in Rai: si chiude in uno stanzino con Vespa e insieme si scattano un "selfie". «Sei un fossile» dice al giornalista che incalza l'ex comico. «Tu non sei un giornalista, sei un pacchetto. Tu sei in pensione ma vendi un pacchetto» lo provoca. Se sono qui, dice senza infingimenti, è perchè «è una mossa politica. Ci sono le europee». Elezioni che, assicura, il MoVimento vincerà e poi «diremo che Napolitano non rappresenta più questa Repubblica» e neppure Renzi. «Siamo già la prima forza politica del Paese». Al premier, che stigmatizza il suo linguaggio e lo condanna per aver alluso alla lupara bianca, replica: «è una espressione giornalistica. Significa che questi politici sono ormai scomparsi. Monti, ad esempio, chi se lo ricorda? Un usciere della Bocconi l'altro giorno l'ha fermato e gli ha detto: "lei chi è? dove va?».

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