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Questo articolo è stato pubblicato il 21 maggio 2014 alle ore 07:09.
L'ultima modifica è del 21 maggio 2014 alle ore 08:00.

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Grillo, l'amico dei banchieri
Il caso vuole che Luigi Grillo sieda nel cda della Termomeccanica, l'azienda di La Spezia specializzata nella costruzione di pompe meccaniche, rilevata nel 1995 dal manager Enso Papi, da Cariplo e dagli spagonli di Huarte. Papi possiede il 33% della società attraverso la holding di famiglia Leca Invest mentre Intesa SanPaolo controlla un altro 35% delle azioni. Nel 1992 Papi rimase 55 giorni in carcere. Quell'8 maggio di 22 anni fa, i pm Antonio Di Pietro e Gherado Colombo ottennero anche l'arresto di Frigerio (fu fermato a Roma mentre era all'Hotel Inghilterra) e dell'ex senatore dc Augusto Rezzonico.
Grillo è però anche consigliere di amministrazione della Orinvest, una srl con un capitale sociale di 7 milioni di euro che gestisce hotel, impianti turistici, stabilimenti balneari e termali. La proprietà dell'80,9% della Orinvest è schermata da una società anonima lussemburghese, la Unilink Contractors, fondata nel 1995 e di cui non è possibile conoscere i reali proprietari. L'ex senatore del Pdl è anche amministratore unico della società delle figlie Mariolina e Giulietta, la Margiu srl, che per ha oggetto sociale la prestazione di servizi gestionali per le aziende.

Rognoni, l'uomo del trust
Antonio Rognoni, l'ex potente direttore generale di Infrastrutture Lombarde, arrestato una prima volta a marzo di quest'anno e poi arrestato nuovamente (ai domiciliari) all'inizio di maggio, sembra avere una certa familiarità con i trust. Forse grazie ai suoi guadagni (per la Guardia di Finanza ha percepito più di tre milioni di euro di stipendio in quattro anni), Rognoni ha costituito nel 2006 un fondo patrimoniale con 17 immobili. Nel 2007 ha anche dato vita a un trust, il Trust Giatola, «in relazione al quale - scrive la Gdf nelle carte dell'inchiesta sugli appalti di Infrastrutture Lombarde - ha dotato il trustee Project Life Trustee srl» di due milioni di euro e poi nel 2010 di nuovi beni per 760mila euro. I beneficiari del trust sono i figli di Rognoni.

La società Project Life Trustee lega il nome di Rognoni a un commercialista di Torino, Filippo Lanteri, che - come si legge nel sito del Grande Oriente d'Italia - è «entrato in Massoneria nel febbraio 1999 nella Loggia Voltaire 1050 di Imperia, si è poi trasferito alla Loggia Madre "Ausonia" 11 di Torino nella quale ha ricoperto le cariche di Primo e Secondo Sorvegliante e successivamente di Maestro Venerabile. È stato più volte nominato Questore di Gran Loggia. Fa parte del Rito di Memphis e Misraim».
Il "curriculum profano" di Lanteri, spiega invece che il commercialista ha lavorato «in una primaria società del Principato di Monaco»: si tratta della Cofimo, costituita nel 1999 in seno al gruppo Compagnie Monégasque de Banque. Il 2 marzo scorso Lanteri si era candidato alla carica di Gran Tesoriere del Grande Oriente d'Italia nella lista capeggiata dall'ex vicesindaco socialista di Livorno, Massimo Bianchi, sconfitta dalla cordata di Stefano Bisi, eletto nuovo Gran Maestro.

Qual è il punto di contatto tra Rognoni e Lanteri? L'ex manager di Infrastrutture Lombarde è amministratore unico di una piccola srl milanese, la Nuova Sibea Dodicesima (10.400 euro di capitale sociale, 140mila euro di attivo netto nel 2013, un fatturato di 30.900 euro e un utile di 9.963). La nuda proprietà delle azioni della società è intestata alla fiduciaria Istifid mentre Rognoni ne ha l'usufrutto. Ma nel 2009 la nuda proprietà era della srl di Lanteri, la Project Life Trustee, e solo successivamente è passata alla Istifid. Nel 2012 la Project Life risultava svolgere le funzioni di trustee per 14 trust e di protector per un trust. I beni amministrati erano pari a 9,9 milioni di euro. La srl del commercialista nato a Imperia è controllata da un altro trust, il Trust Matilde, il cui trustee - stando al verbale di assemblea della società del 10 ottobre 2013 - è un altro commercialista di Torino, Marcello Scarabosio. Il Sole 24 Ore ha cercato di contattare Lanteri, che ha preferito non rilasciare dichiarazioni.

In passato Rognoni è stato anche amministratore delegato della Astrim srl, una società di costruzione e installazione di centrali termiche. Era il 2002 e nel consiglio di amministrazione con Rognoni c'era anche Guido De Vivo, poi divenuto amministratore delegato della Mittel di Giovanni Bazoli e presidente di Seat Pagine Gialle. La Astrim è poi stata fusa con la Astrim Spa del costruttore romano Alfio Marchini, il quale l'ha ceduta alla Bosch nel 2012 quando ha deciso di candidarsi a sindaco di Roma.

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