Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 22 maggio 2014 alle ore 13:58.
L'ultima modifica è del 22 maggio 2014 alle ore 17:23.

My24

Il 2014 è un anno di cambiamenti per il Sistema dei conti nazionali (Sec), l'impianto che definisce la metodologia armonizzata per la produzione di dati di contabilità nazionale all'interno dell'Unione europea. In Italia, come in gran parte dei paesi Ue, il passaggio ad «una nuova versione delle regole di contabilità» porta a miglioramenti dei metodi di misurazione e introduce nuove fonti informative con effetti positivi anche sul Pil. Nella nuova versione dei conti, ad esempio, le spese in Ricerca e Sviluppo e quelle per armamenti sono considerate come spese di investimento e non più componente dei costi intermedi, con un impatto sul Pil. L'effetto sarebbe di livello e non di crescita, in pratica un'una tantum che avrebbe in ogni caso effetti sui rapporti deficit/Pil e debito/Pil.

Nel calcolo anche droga e prostituzione

Tutti i Paesi Ue, compresa l'Italia, inseriranno «una stima nei conti (e quindi nel Pil)» delle attività illegali, come «traffico di sostanze stupefacenti, servizi della prostituzione e contrabbando (di sigarette o alcol)». La novità sarà inserita a partire dal 2014 nei conti, in coerenza con le linee Eurostat, rileva l'Istat. Modifiche condivise a livello europeo e connesse, evidenzia l'Istat, al «necessario superamento di riserve relative all'applicazione omogenea tra paesi Ue degli standard già esistenti».

Nello specifico, tra le riserve trasversali avanzate ce ne è una, sottolinea l'Istituto, che «ha una rilevanza maggiore», in quanto, appunto, riguarda l'inserimento nei conti delle attività illegali, che già il precedente sistema dei conti nazionali, datato 1995, aveva previsto, «in ottemperanza al principio secondo il quale le stime devono essere esaustive, cioè comprendere tutte le attività che producono reddito, indipendentemente dal loro status giuridico».

Il peso dell'economia sommersa

L'Istat riconosce come la misurazione delle attività illegali sia «molto difficile, per l'ovvia ragione - spiega - che esse si sottraggono a qualsiasi forma di rilevazione, e lo stesso concetto di attività illegale può prestarsi a diverse interpretazioni». Ecco che, aggiunge, «allo scopo di garantire la massima comparabilità tra le stime prodotte dagli stati membri, Eurostat ha fornito linee guida ben definite. Le attività illegali di cui tutti i paesi inseriranno una stima nei conti (e quindi nel Pil) sono: traffico di sostanze stupefacenti, servizi della prostituzione e contrabbando (di sigarette o alcol)».

Quindi viene almeno circoscritto il range per mettere a punto una stima del peso di quest'area. A riguardo può essere utile ricordare come l'Istat, sin dal governo Craxi, già inserisca nel Pil il sommerso economico, che deriva dall'attività di produzione di beni e servizi che, pur essendo legale, sfugge all'osservazione diretta in quanto connessa al fenomeno della frode fiscale e contributiva. Le ultime stime dedicate risalgono al 2008, e indicano come il valore aggiunto prodotto nell'area del sommerso sia compreso tra un minimo di 255 e un massimo 275 miliardi di euro. Il peso dell'economia sommersa è quindi stimato tra il 16,3% e il 17,5% del Pil.

Nel caso della Germania, per esempio, si tratterebbe della prima volta, invece. E probabilmente anche per questa ragione il balzo del prodotto interno lordo stimato da Eurostat è perfino superiore a quello italiano (insieme a quelli di Belgio, Francia e Danimarca).

Quattro le principali novità

Per quel che riguarda, più in generale, il passaggio alle nuove linee metodologiche fissate dagli standard internazionali (Sna) e, in particolare da quelli europei (Sec), sono quattro le principali novità che hanno impatto su alcuni dei maggiori aggregati, spiega l'Istat in una nota: la capitalizzazione delle spese in Ricerca e Sviluppo (R&S); la riclassificazione da consumi intermedi a investimenti della spesa per armamenti sostenuta dalle amministrazioni Pubbliche; una nuova metodologia di stima degli scambi con l'estero di merci da sottoporre a lavorazione (processing), per i quali si registra il valore del solo servizio di trasformazione e non più quello dei beni scambiati; la verifica del perimetro delle Amministrazioni Pubbliche sulla base degli aggiustamenti metodologici introdotti dal Sec2010.

Nella nuova versione dei conti, le spese in Ricerca e Sviluppo sono considerate come spese di investimento in quanto contribuiscono all'accumulazione, tramite capitale intangibile, di capacità produttiva; in precedenza esse erano una componente dei costi intermedi. «Questo cambiamento del metodo di contabilizzazione determina un impatto positivo sulla domanda aggregata e, quindi, sul Pil pari alla parte di spesa effettuata dalle imprese di mercato» sottolinea l'Istat.

Anche la componente relativa alla spesa delle amministrazioni pubbliche, benché già contabilizzata quale domanda finale in quanto parte dei consumi intermedi e quindi della produzione di servizi ad uso della collettività, «avrà comunque un effetto positivo sul valore aggiunto, pari all'ammortamento dello stock di capitale di R&S che contribuisce, per definizione, a tale aggregato».

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi