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Questo articolo è stato pubblicato il 10 giugno 2014 alle ore 09:24.
L'ultima modifica è del 10 giugno 2014 alle ore 12:01.

Gianni Letta (Lapresse)Gianni Letta (Lapresse)

L'allora ministro dell'Economia Giulio Tremonti incontrò personalmente, al ministero in via XX Settembre a Roma, il presidente del Consorzio Venezia Nuova Giovanni Mazzacurati, considerato dalla procura di Venezia il dominus delle tangenti in Laguna: un incontro al quale non partecipò Marco Milanese, che Mazzacurati vide solo «dopo che il colloquio con Tremonti era andato bene dal punto di vista formale». A parlare dell'incontro è lo stesso presidente del Cvn, in diversi interrogatori che i magistrati riportano nella richiesta d'arresto e dimostra, secondo l'accusa, quando dentro al potere fosse riuscito ad arrivare il sistema messo in piedi per corrompere politici e funzionari pubblici.

Allo stato, l'ex ministro non è indagato - nell'ordinanza il Gip ha scritto che i contatti tra gli indagati da un lato e Tremonti e l'ex sottosegretario Gianni Letta dall'altro «non hanno rilievo penale» - mentre nei confronti di Milanese i magistrati hanno revocato la richiesta d'arresto una ventina di giorni prima che scattasse il blitz in Laguna. Una mossa che non esclude ulteriori sviluppi dell'indagine.

Nel memoriale del 25 luglio dell'anno scorso, Mazzacurati spiega che la sua preoccupazione era quella di capire con Roma le tempistiche dei finanziamenti per il Mose e che di questo parlò più volte a Roberto Meneguzzo, Ad di Palladio Finanziaria. Quest'ultimo assicurò di poterlo mettere in contatto con «i vertici del ministero dell'Economia»: ed infatti, racconta Mazzacurati, «da qui insorgeva un contatto con il ministro Tremonti che forniva ampie assicurazioni in ordine alla circostanza che il sistema Mose costituiva un'opera infrastrutturale strategica e di importanza prioritaria per il governo».

Meneguzzo, sempre stando alle parole di Mazzacurati, lo mise successivamente in contatto con Milanese il quale «rappresentava che avrebbe assicurato che i finanziamenti di volta in volta richiesti sarebbero stati concessi con positivo parere del ministero dell'Economia solo se gli fosse stata assicurata la disponibilità di una somma di 500mila euro».

Prima che Milanese si attivi, sembrerebbe far capire Mazzacurati negli interrogatori del 29 e 30 luglio, c'era però bisogno di un "avallo formale" da parte dei vertici del ministero, dunque di Tremonti: «sì, diciamo, loro intendevano che io facessi prima questo colloquio con Tremonti e dopo si sarebbero...». «E lei il colloquio l'ha fatto con Tremonti?» chiedono i pm. «Sì l'ho fatto...al ministero dell'Economia, via XX Settembre a Roma...Sono stato ricevuto al ministero, mi hanno fatto passare e poi mi hanno portato da Tremonti». «C'era anche Milanese?». «No - risponde Mazzacurati - non c'era, eravamo solo...».

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