Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 11 giugno 2014 alle ore 08:05.
L'ultima modifica è del 19 giugno 2014 alle ore 15:56.

My24

Non concordiamo su queste e altre riserve che non tengono conto della complessa intersezione tra diritto, moneta, governi e politica che circonda l'euro. L'azione di Draghi, oggi, ci sembra corrispondere a quanto scrisse Luigi Einaudi nel 1936: «La manovra monetaria opera su un congegno delicatissimo complicatissimo: e riesce a quel manovratore il quale alla chiarezza delle idee astratte sa unire, rapidissimo, l'intuito dei fatti invisibili».

Né va dimenticato che la ripresa europea non dipende solo dalla politica monetaria ma anche da politiche economiche (specie per gli investimenti) oggi assenti.
Economia e imprese. Per l'effetto Draghi e per altre concause, il nostro tasso di interesse sui titoli di Stato decennali è sceso al 2,70% allineandosi ai tassi sui titoli Usa e inglesi e con uno spread su quelli tedeschi di 135 punti base. Ciò apre un'importante possibilità per la politica economica e fiscale italiana che non va sprecata come accadde nel periodo 2000-2008 quando lo spread rimase tra i 20 e i 30 punti base e quando il mercato finanziario europeo funzionava senza l'attuale "frammentazione". Poi iniziò l'ascesa dello spread che ruppe la soglia di 100 punti base nell'aprile 2010. Il resto è storia nota. Purtroppo in quegli 11 anni (per quasi l'80% di governi Berlusconi) non sono state fatte quelle riforme strutturali e l'azione di contenimento del debito pubblico. È quanto ci viene spesso rimproverato da Bce, Ue, Ocse.
Per questo nel 2014 si prevede per l'Italia una crescita del Pil solo dello 0,5% (contro il non eclatante 1,1% Uem) con una disoccupazione totale vicina al 13% (con Uem sotto il 12%) e una giovanile vicina al 45% (con Uem sotto il 25%). Non è necessario dettagliare qui i molti dati che dimostrano come le imprese e i lavoratori soffrano e come solo quelle che esportano e si internazionalizzano resistono e crescono.
Vogliamo invece sottolineare che nelle riunioni, fitte in questo periodo, delle Associazioni di imprese, c'è un grande senso di responsabilità ed impegno per contribuire alla ripresa del nostro Paese. I toni di proposta sono forti ma composti nella crescente consapevolezza che ogni Associazione deve esprimere un solidarismo liberale innovativo e un'etica civile. In nome di questi principi le proposte-richieste sono chiare e tra queste spiccano quella su «semplificazione e certezza del diritto», «fiscalità sostenibile», «infrastrutturazione materiale e immateriale». Così come netta è stata la condanna dei casi di corruzione/concussione da cui derivano all'Italia danni incalcolabili.

Una conclusione. L'Italia rimane un Paese importante nella Ue che ha sopportato la crisi senza ribellismo, senza aiuti e con grandi sacrifici, ha ceti produttivi determinati a impegnarsi per il loro Paese e consapevoli che devono innovare di continuo, ha notevoli competenze scientifiche e tecnologiche, ha un patrimonio artistico-culturale unico, ha al governo un ceto politico di giovani che non ha pari nella Ue, ha personalità di comprovato prestigio europeo e internazionale. Ci sono dunque tanti ingredienti per la ripresa purché si ritrovi quello spirito, in Italia e in Europa, che animò la ricostruzione postbellica.

Shopping24

Dai nostri archivi