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Questo articolo è stato pubblicato il 17 giugno 2014 alle ore 17:01.
L'ultima modifica è del 18 giugno 2014 alle ore 10:19.

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Non sarà il campione di saliva repertato durante un controllo stradale "casuale" – aggettivo che gli inquirenti utilizzano spesso per "coprire" operazioni di polizia giudiziaria meticolosamente preparate – a costare l'ergastolo a Massimo Giuseppe Bossetti, il muratore padre di tre figli accusato dell'omicidio di Yara Gambirasio. Il profilo genetico estratto dal palloncino anti-alcol, che corrisponde al 99,99% a quello repertato sulla biancheria della povera ragazzina, non potrà infatti essere utilizzato nel futuro processo.

Nuovi accertamenti
A norma del codice di procedura penale (articolo 224-bis) dovrà essere svolto un nuovo test sull'indagato, che significa un nuovo prelievo di suo materiale organico (saliva, capelli, pelle) da sottoporre a nuovi accertamenti scientifici, e poi una ulteriore comparazione con il campione ritrovato sulla biancheria della vittima. In teoria Bossetti potrebbe rifiutarsi di essere sottoposto a un accertamento medico coattivo (articolo 32 della Costituzione) ma la sua posizione di indagato per un delitto "per il quale la legge stabilisce la pena dell'ergastolo" consentirebbe in quel caso al giudice di imporre il "trattamento sanitario" necessario per le indagini e per individuare il colpevole dell'omicidio.
A quel punto, rispettate tutte le norme procedurali – che sono il presupposto necessario per la tenuta del processo fino alla Cassazione, cioè sventare il rischio di annullamenti formali – l'esito dell'inchiesta è tutto rimesso alla bontà scientifica della comparazione genetica.

Le regole scientifiche
In questo campo, l'esperienza processuale insegna, la partita si giocherà sulla quantità e sulla genuinità dei due campioni genetici da confrontare. Dato per assodato che quello trovato sulla vittima è un campione "non corrotto" – cioè ben conservato e contenente un numero di informazioni sufficiente e sufficientemente limpido (condizioni che non sempre si verificano nei delitti di sangue, il caso di Garlasco lo dimostra in modo lampante) - e dato per scontato che l'accertamento tecnico su Bossetti garantirà un risultato perfettamente utilizzabile, l'esito non controvertibile del processo dipenderà dalla comparazione di quei due profili genetici. Se "matcheranno" come già avvenuto per la prova costata il carcere al muratore, questa evidenza da sola basterebbe per considerarlo colpevole oltre ogni ragionevole (e scientifico) dubbio.

Gli ulteriori indizi di colpevolezza
In realtà poi sull'unico indagato per il delitto di Yara grava anche una serie di indizi che spalancherebbero, addirittura quasi da soli, la porte del carcere al muratore bergamasco. La presenza del suo telefonino in zona nell'orario del delitto, apparecchio agganciato dall'antenna locale alle 17.45 (telefono poi subito spento fino alla mattina successiva), il riscontro della polvere di calce rinvenuta nei polmoni di Yara, i tondini da cantiere edile rilevati sulla suola delle sue scarpe, consentirebbero ai giudici di merito e poi a quelli di Cassazione (se mai si arriverà fin lì) di emettere una sentenza del tutto inattaccabile.

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