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Questo articolo è stato pubblicato il 25 giugno 2014 alle ore 14:11.
L'ultima modifica è del 26 giugno 2014 alle ore 08:03.

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Di Maio: non siamo contro doppio turno
Sulla legge elettorale Di Maio ha invece fatto significative aperture: «Noi non siamo né contro i doppi turni né contro i premi di maggioranza e possiamo discuterne, ci rivediamo e vediamo se ci sono punti di incontro». Un passaggio, quest'ultimo, particolarmente apprezzato da Renzi, che ha detto: «Colgo l'apertura di Di Maio, ci metto il segnetto sotto».

Renzi: in proposta M5S manca governabilità
«La vostra proposta di legge l'abbiamo presa molto sul serio, l'abbiamo studiata. Abbiamo fatto delle simulazioni» e «non si ottiene la maggioranza», ha affermato Renzi, che ha poi ribadito: «Siamo pronti a ragionare di preferenze se c'è la certezza della governabilità. È assolutamente fondamentale che chi vince le elezioni il giorno dopo governi».

No preclusioni su preferenze, ma siete disponibili a ballottaggio?
«Non abbiamo problemi sulle preferenze: non pensate che abbiamo paura. Lo diciamo con serenità, non per far polemica ma in modo costruttivo», ha detto Renzi, sottolineando che il primo degli eletti M5S nel Nord Est ha preso 30 mila voti, Alessandra Moretti 230 mila. E rimarcando che la legge proposta dai grillini non garantisce la governabilità, Renzi ha incalzato i rappresentanti M5s: «Siete disponibili a prendere in considerazione l'ipotesi di introdurre un elemento di ballottaggio nella legge elettorale?». E ancora: «Vi abbiamo preso sul serio e abbiamo studiato la legge, abbiamo fatto una simulazione sui risultati delle europee e con il vostro sistema nemmeno un partito che ha preso il 40% come il Pd ora avrebbe la garanzia di governare».

Di Maio a Renzi: rivediamoci tra 3 giorni
«Come metodo di lavoro vorrei che noi adesso, acquisite le vostre osservazioni, tra tre o quattro giorni al massimo ci rincontriamo e valutiamo i punti di caduta sui quali poter discutere una legge elettorale insieme». È stata la proposta di Di Maio a Renzi.

Renzi a M5s: discussione preziosa
E il premier segretario non ha chiuso la porta. «Vi ringrazio perché la discussione è stata preziosa e importante e buon lavoro. La legge elettorale va alla Camera, andrà al Senato dopo il primo passaggio delle riforme costituzionali. Noi ora mettiamo on-line le nostre proposte entro venerdì e ci rivediamo», ha detto Renzi, mettendo fine all'incontro con i M5s.

Grillo chiama i suoi: molto soddisfatto da incontro
«Beppe si è detto molto soddisfatto di come è andato l'incontro, come del resto lo siamo tutti noi». Così Danilo Toninelli, deputato M5S oggi al tavolo con il Pd per il confronto sulla legge elettorale, ha raccontato all'Adnkronos della telefonata con il leader M5S.

M5S: incontro positivo, ora riforma in 100 giorni
Positivo il giudizio finale anche dei parlamentari M5s, che in una nota congiunta hanno parlato di incontro «all'insegna del sereno confronto per trovare un punto di contatto alla luce del sole, facendo tornare il Parlamento al centro delle scelte più importanti per il Paese». E ancora: «Siamo contenti che il Democratellum sia un punto di partenza. Valuteremo il merito delle osservazioni poste dal presidente del Consiglio e porteremo d'altro lato le nostre al prossimo incontro per trovare una sintesi in tempi rapidi. Possiamo dare una legge elettorale ai cittadini italiani già nei prossimi cento giorni con l'obiettivo di dare una governabilità sana e pulita al Paese».

Romani (Fi): accordo resta su Italicum, pronti a sì in tempi brevi
Ma Forza Italia frena sulle modifiche alla legge elettorale. E Paolo Romani, presidente del Gruppo Forza Italia al Senato, mette le mani avanti: «Forza Italia ha assunto fin dall'inizio un ruolo determinante nel percorso riformatore, con responsabilità e attenzione ma non privo di senso critico. La legge elettorale ha visto l'approvazione alla Camera proprio grazie ai voti decisivi di Forza Italia. L'accordo resta sull'Italicum e siamo pronti ad approvarlo al Senato nei tempi previsti»

Blog Grillo: delegazione Pd senza Renzi
L'incontro Pd-M5s è stato preceduto da una polemica a distanza sulla composizione della delegazione Pd. In un post apparso sul blog del leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, si annunciava una formazione (Zanda, Speranza, Serracchiani e Guerini) senza Renzi. Diversa, perciò, da quella che poi si è presentata ufficialmente.

Irritazione Pd: la delegazione non la decide Grillo
Fonti di palazzo Chigi non avevano confermato però l'assenza all'incontro di Renzi. E il Pd non aveva nascosto la sua irritazione. «La delegazione la decide il Pd, non Grillo», avevano affermano fonti del partito, aggiungendo che il Pd non aveva ancora annunciato i nomi dei componenti della delegazione che oggi pomeriggio incontrerà il Movimento 5 stelle.

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