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Ucraina, 30 morti in 24 ore. Il leader separatista arruola 100mila…

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fuga di massa dalla città chiave

Ucraina, 30 morti in 24 ore. Il leader separatista arruola 100mila uomini

Quasi un anno di scontri, l’annessione della Crimea mai riconosciuta dalla comunità internazionale, infiniti incontri, moniti, avvertimenti, due cessate il fuoco e persino un patto sottoscritto che assomiglia a un trattato di pace: la guerra fra Ucraina e Russia mai proclamata non è mai finita, e come tutte le cose che non finiscono, dispiega morti e feriti, e annuncia nuovo conflitto. Ufficialmente lo scontro è fra esercito ucraino e separatisti russofoni della regione del Donbass che si vorrebbero unire alla Russia disgregando un Paese che ha già subito il distacco della Crimea annessa a marzo 2014 con un colpo di penna del Cremlino. Ufficiosamente, ma non certo senza continue conferme, il Cremlino ha inviato uomini e mezzi per sostenere la causa filorussa. Unione europea e Stati Uniti si sono schierati con sanzioni che hanno colpito pesanemente l’economia russa e fatto crollare il rublo - il prezzo del petrolio a picco ha dato il colpo di grazia.

Il leader separatista Alexander Zakharchenko annuncia ora un piano per reclutare 100mila uomini. Non sorprende il fallimento dei nuovi colloqui di Minsk - la capitale bielorussa dove si è firmata la prima tregua nel settembre scorso - mentre nelle ultime 24 ore si contano 30 morti: almeno 17 civili e 13 soldati regolari di Kiev.

«La situazione più delicata riguarda la cornice di Debaltseve» spiega il portavoce militare ucraino Volodymyr Poliovyi. Si tratta di una località a metà strada tra le roccaforti separatiste di Donetsk e Lugansk, una città di 25mila abitanti. «La gente scappa perché gli spari sono incessanti. Nella città non c'è acqua né elettricità» racconta il capo del posto di polizia Evguen Lukhaniv per telefono, mentre si sentivano le esplosioni. «La polizia e i militari - ha aggiunto - non cederanno la città. Resteremo qui fino alla fine». Una sola strada, costantemente obiettivo di tiri d'artiglieria, permette ancora di raggiungere la città.

La Nato pronta a fornire armi all’esercito ucraino, scrive il Nyt
Il comandante delle forze Nato in Europa, Philip Breedlove, sostiene l'ipotesi di fornire armi di difesa e attrezzature alle forze in Ucraina. Lo riporta il New York Times citando alcune fonti, secondo le quali l'amministrazione Obama sta rivedendo il tema dell'assistenza militare. Nessuna decisione è stata assunta. «Anche se la nostra attenzione resta nel trovare una soluzione tramite vie diplomatiche, continuiamo a valutare altre opzioni che aiuteranno a creare spazio per una soluzione della crisi» afferma il Consiglio per la sicurezza nazionale. Il fallimento delle sanzioni economiche nel dissuadere la Russia dall'inviare armi pesanti e personale militare nell'Ucraina dell'est sta spingendo il tema delle armi da difesa.

Nuovo appello Merkel-Hollande per cessate il fuoco
A meno di 24 ore dal fallimento dei negoziati di Minsk, Francois Hollande, Angela Merkel e Petro Poroshenko sono tornati di nuovo a lanciare un appello a favore di un «cessate il fuoco immediato» ai combattimento in corso da quasi 9 mesi nelle regioni orientali e sepratiste ucraine. Lo rende noto l'Eliseo. Ieri i tre leader di Francia, Germania e Ucraina avevano lanciato lo stesso identico appello prima della notizia del nuovo nulla di fatto nella capitale bielorussa.

L’uomo più ricco d’Ucraina sotto torchio
Rinat Akhmetov, uno degli uomini più ricchi d'Ucraina, è stato interrogato dagli inquirenti per presunti finanziamenti ai “terroristi “separatisti del sud-est del Paese. Lo fa sapere il procuratore generale, Vitali Iarema, precisando che il patron dello Shakhtar Donetsk e finanziatore del disciolto partito delle Regioni del deposto presidente Viktor Ianukovich è stato ascoltato anche sulla rivolta di Maidan che un anno fa ha portato al potere un governo filo-occidentale.


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