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Dossier Renzi: se Raggi vince a Roma niente Olimpiadi nel 2024

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    Dossier | N. 123 articoliElezioni comunali 2016

    Renzi: se Raggi vince a Roma niente Olimpiadi nel 2024

    «Se il Pd perde a Roma ho l'impressione che saltino le Olimpiadi 2024». L’affondo di Matteo Renzi in vista dei ballottaggi del 19 giugno per le amministrative è arrivato a Otto e mezzo. Si conferma dunque che per recuperare il gap di 10 punti percentuali che separa la pentastellata Virginia Raggi dal democratico Roberto Giachetti tra Largo del Nazareno e Palazzo Chigi si punta su un argomento fin qui non al centro del dibattito tra i candidati a Roma: la candidatura della Capitale alle Olimpiadi del 2024. Candidatura che vede la Raggi contraria.

    Renzi: se vince Raggi saltano Olimpiadi
    Il premier ha aggiunto: «Ho sentito la Raggi dire che le Olimpiadi sono un fatto criminale. È una dichiarazione molto impegnativa, perchè il sindaco deve firmare una lettera per la candidatura della città. E se vincesse Raggi questa grande occasione di lavoro e di riqualificazione delle periferie salterà. E mi dispiace».

    «Se Pd perde ballottaggi non mi dimetto»
    Renzi ha ribadito che le elezioni amministrative non hanno valenza politica nazionale. Ecco perché se il Pd perderà il ballottaggio a Roma e Milano, il premier non si dimetterà e il governo non cadrà. «Assolutamente no, abbiamo già detto che l'esito della permanenza al governo è legata al referendum costituzionale» ha ribadito Renzi.

    Renzi, abbiamo un problema su territori? Può darsi
    Il presidente del consiglio, che lunedì si era dichiarato «non soddisfatto»dell’esito del voto amministrativo, ha rivendicato però che il Pd «è nettamente il primo partito in Italia, senza alcuna ombra di discussione». Ma ha poi ammesso: «Abbiamo un problema sui territori? Può darsi».

    «Non farò iniziative per ballottaggi»
    Il segretario ha poi annunciato l’intenzione di non fare campagna elettorale per i ballottaggi. «Abbiamo già fatto iniziative con me e i candidati per il primo turno, non credo di farle al secondo turno - ha detto -. Non le abbiamo fatto lo scorso anno, non credo di farle quest'anno a meno che non ce ne sarà bisogno. Ma è l'ultimo dei miei problemi».

    «A Napoli abbiamo fallito»
    Senza sconti l’analisi del voto a Napoli, dove Renzi ha già annunciato il commissariamento del partito. «A Napoli abbiamo fallito, è andata male ma nel napoletano abbiamo vinto in 7 comuni su 8. Non torna dare una lettura omogenea sui dati, gli italiani sono più intelligenti dei politici e commentatori» ha dichiarato.

    Perquisiti comitati di due candidati Pd
    E mentre Renzi sta parlando arriva la notizia di un decreto di alune perquisizioni eseguite a Napoli dai carabinieri, nell'ambito di un'inchiesta della procura partenopea. L'ipotesi di reato è corruzione elettorale: risulterebbero coinvolti un candidato al Consiglio comunale e un candidato in una delle municipalità cittadine. Le perquisizioni non sono avvenute nella sede del partito, come si era appreso in un primo momento, ma presso le abitazioni e le sedi dei comitati elettorali dei due esponenti politici.

    «A Torino prevarrà Fassino, Pd vincerà a Milano»
    Ha mostrato ottimismo invece il premier sull’esito dei ballottaggi a Torino e Milano. «Tra Appendino e Fassino ci sono più punti di differenza che tra Giachetti e Raggi. Tutti i ballottaggi sono da 1x2, ma io credo che l'esperienza di Fassino sarà il suo punto forte» ha detto Renzi parlando della sfida di Torino. Laconico il commento su Milano: «Se il Pd perde a Milano, non credo che succederà, il sindaco sarà Parisi».

    «Userò il lanciafiamme ma no a espulsioni»
    Renzi non ha risparmiato una stoccata all’ex segretario Pierluigi Bersani, padre nobile dell’opposizione dem. «Rispetto molto chi da molti anni e con nota coerenza dice che va tutto male nel Pd. Ma penso che non sia così» ha detto ironico. E ha aggiunto: «Abbiamo un problema di classe dirigente perché in altri paesi ci si confronta non ci si fa la guerra nello stesso partito. Mi colpisce che ci sia questa continua guerriglia interna invece di parlare dei problemi veri». Poi ha smentito le voci di un vicesegretario unico in arrivo: «Non faremo un unico vicesegretario, non è così che si risolvono i problemi». Ma ha avvertito: «Nel partito c'entriamo col lanciafiamme dopo il ballottaggio, lo assicuro». Niente espulsioni, però, perché «quelle le fanno gli altri». E ha spiegato: «Si deve mettere al centro chi lavora e non chi sta a pensare solo alla propria carriera».

    “Nel partito c'entriamo col lanciafiamme dopo il ballottaggio, lo assicuro”

    Matteo Renzi 

    «Non c'è alleanza con Verdini»
    Quanto alle strategie elettorali, «non c'è un'alleanza tra il Pd e Verdini in Italia». ha assicurato. Ma l’obiettivo non è neppure la riedizione di un’alleanza in stile ulivista guardando a sinistra, anche perché «la sinistra radicale di Fassina e Airaudo non è pervenuta in queste elezioni».

    «No alleanze e Italicum non si tocca»
    Ecco allora che per cambiare l'Italia «non vogliamo alleanze» e l'Italicum «assolutamente non si tocca». Poi Renzi ha aggiunto: «Se oggi ci fosse il ballottaggio con l'Italicum al voto andrebbero il Pd e Fi, non Salvini nè M5s».

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