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Dossier | N. 177 articoliElezioni 2018-Ultime notizie, interviste e video

Ascesa e caduta di David Borrelli, da fedelissimo di Casaleggio a “fuoriuscito”

Come si può passare nel giro di un anno da fedelissimo di David Casaleggio a spina nel fianco del M5S, al punto da dire addio al gruppo all’Europarlamento per entrare in quello dei non iscritti? L’ascesa e la caduta di David Borrelli - classe 1971, imprenditore trevigiano nel settore informatico e grillino della prima ora - raccontano di quanto fragili siano gli equilibri nel Movimento Cinque Stelle, ma anche di quanto la “rimborsopoli” degli ultimi giorni si stia trasformando in una resa dei conti interna che riapre vecchie ferite e ne genera di nuove.

Borrelli lascia nel silenzio (da Bruxelles i suoi colleghi sostengono che abbia spento il telefono). Per lui parla una nota stringata della capo delegazione M5S in Europa, Laura Agea: «Questa mattina l’eurodeputato David Borrelli ha ufficializzato il suo ingresso nel gruppo dei non iscritti. Borrelli ha comunicato alla delegazione italiana del MoVimento 5 Stelle che la sua è stata una scelta sofferta ma obbligata da motivi di salute. Prendiamo atto che Borrelli non fa più parte del MoVimento 5 Stelle».

Qui c’è la prima stranezza, formale: i «motivi di salute» gli fanno lasciare il M5S ma non il seggio di eurodeputato? Ma sono tante altre le cose che non tornano. Borrelli è (ma sarebbe meglio a questo punto usare l’imperfetto “era”) uno dei tre soci dell’Associazione Rousseau, insieme a Casaleggio jr e al consigliere comunale a Bologna Massimo Bugani. Proprio quest’ultimo, oggi, in un’intervista a Il Fatto Quotidiano, ha usato parole durissime contro i furbetti dei rimborsi: «Cacceremo a calci chi ha fatto finta di versare e non ha versato». Alla domanda se anche Borrelli sia incappato in irregolarità, dal M5S Europa rispondono di non sapere. Ma confermano che «le verifiche stanno procedendo a tappeto anche sugli eurodeputati», che a differenza dei parlamentari non hanno l’obbligo di rendicontare le spese.

Gli ultimi 13 mesi, per Borrelli, non sono stati facili. La parabola discendente è cominciata a gennaio 2017, quando era ancora co-capogruppo degli euroscettici Efdd insieme al leader Ukip Nigel Farage. Fu lui a ricevere da Casaleggio jr l’incarico di trattare con i liberali di Alde per il passaggio dei pentastellati tra le braccia dei super-europeisti. Un tentativo di giravolta funzionale alla lunga marcia di accreditamento del M5S presso le cancellerie europee che però fallì miseramente e costò al Movimento polemiche, faide e la perdita dei due eurodeputati Marco Affronte e Marco Zanni. Ma Borrelli, protetto dai vertici, restò saldamente in sella, seppur molto più defilato rispetto al passato.

A ottobre scorso è tornato nuovamente agli onori delle cronache per un caso di “parentopoli”: la sua compagna, Maria Angela Riva, era entrata in sordina, da qualche mese, nello staff di Isabella Adinolfi, un’altra eurodeputata M5S della commissione Cultura. Lui si è difeso: «Maria Angela ha la sua vita, le sue competenze e il suo lavoro. Lei fa il suo, io faccio il mio». Ma dentro il Movimento erano in molti a storcere il naso.

L’ultimo scivolone, assai sgradito a Milano, risale al 4 gennaio scorso. Contattato dal Foglio, che ha scovato lo statuto dell’Associazione Rousseau provando come a Davide Casaleggio sia intestato il controllo assoluto della piattaforma che è il cuore digitale della democrazia diretta targata M5S, ha risposto così: «Vorrei evitare di parlare dell’Associazione Rousseau, non so nulla di più di quello che è pubblico. Io non so nulla, sono in quell’associazione perché Beppe mi ha chiesto di esserci, ma è come se non ci fossi. Tutti e tre gli incarichi sono intestati a Davide Casaleggio, bisogna chiedere a lui. La prego di non farmi comparire, non voglio parlare di nulla». Un figurante che adesso esce di scena. A sorpresa, e in pieno terremoto.

Ma c’è un’altra vicenda che potrebbe avere avuto il ruolo decisivo nella fuoriuscita di Borrelli: la notizia della settimana scorsa che l’amministrazione dell’Efdd ha contestato i rimborsi chiesti da Cristina Belotti, capo della comunicazione del Movimento a Bruxelles e Strasburgo, per alcune missioni legate alla campagna elettorale di Luigi Di Maio in Italia. Secondo Marco Canestrari, ex dipendente della Casaleggio Associati e autore con Nicola Biondo del libro “Supernova: così è stato ucciso il Movimento 5 Stelle”, con “rimborsopoli” Borrelli non c’entra: «Paga l’essersi schierato con Beppe nella lotta di potere in atto nel M5S». Canestrari ha twittato un post di Borrelli datato 24 ottobre 2017 in cui l’europarlamentare criticava la gestione attuale, sostenendo che «in questi ultimi anni anziché parlare alle persone abbiamo parlato a noi stessi e tra noi. Litigandoci la presenza di uno o l’altro come fosse un trofeo da esporre. Ha ragione Beppe Grillo, come sempre, abbiamo sbagliato qualcosa. Non è troppo tardi».

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