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Rugby, una brutta Italia finisce ko all'ultimo minuto con la Scozia

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Perdere di un punto, subendo il drop decisivo a 15 secondi dalla fine, fa proprio male. Ma l'Italia ha in fondo poco da recriminare. Poco incisiva nel primo tempo (finito 13-3), nonostante una supremazia territoriale sfociata nella meta in extremis di Allan, è quasi sparita nella ripresa. Sparita come spirito, come voglia di imporsi all'avversario e anche come lucidità, individuale e collettiva.

Ed ecco che la Scozia, indubbiamente modesta ma sempre capace di sfruttare la minima occasione, ha capito che l'incontro era tutt'altro che finito e ha cominciato la sua rimonta. Inevitabile, verrebbe da dire, visto che gli uomini di Scott Johnson non si schiodavano dalla metà campo azzurra.

I nostri, che avevano perlomeno mostrato la loro superiorità con gli avanti fino a metà gara, si sono risvegliati quando mancavano 10 minuti alla fine, hanno segnato una bella meta con Furno (migliore in campo, alla pari con Dunbar) e si sono riportati addirittura davanti grazie alla trasformazione di Orquera. A quel punto si è giocato in trincea, metro su metro, con il rischio costante del controsorpasso definitivo. Che è arrivato talmente tardi da impedire ulteriori tentativi di replica. Drop di Weir, 20-21 e basta.

Nella prima stagionale all'Olimpico, davanti a 65mila spettatori, contro l'avversaria oggettivamente meno forte, gli Azzurri hanno fallito, niente da dire. Botta pesante, che rende quasi surreali i festeggiamenti post-gara per i 104 caps raggiunti in tandem da Castrogiovanni e Parisse, un record. Il primo tempo si salva più che altro per la meta arrivata in extremis, che donava sprazzi di ottimismo evidentemente ingiustificato. La ripresa, a parte una fiammata, è stata un disastro. E adesso ci attendono un match a casa dell'Irlanda e uno a Roma con l'Inghilterra, come dire che la prospettiva dello zero finale in classifica, con relativo cucchiaio di legno, è tremendamente concreta.

La partita, oggettivamente brutta, è scivolata via nella prima parte tra punti segnati al piede, fasi di gioco confuse, tanti errori e modestia generalizzata. Ad ogni modo, Italia un po' più pericolosa e Tommaso Allan protagonista con tutti i 13 punti azzurri del primo due tempo: il calcio del 3-0, quello del 6-3 intorno alla mezz'ora, seguito alla prima replica di Laidlaw, e la meta all'ultimo minuto. Mischia chiusa in zona punti, esce Parisse palla in mano, Gori rilancia per Furno che serve Allan, ultimo sforzo e meta trasformata. E pazienza se nel bilancio del giovane n.10 c'è anche un calcio piuttosto semplice che non ha trovato la via dei pali.

Comunque sembravamo ben incamminati, di fronte a una Scozia che aveva mostrato ben poco. Ma la ripresa ci vedeva subire fin dall'inizio. Non che gli Highlanders facessero cose strepitose ma erano sempre lì, a battere il ferro nella metà campo azzurra, a provare e riprovare, imponendosi intanto in fase di conquista della palla. E i nostri poco concentrati, abulici, senza la fisicità necessaria per respingere in modo convincente gli uomini allenati da Scott Johnson, assai agitato in tribuna. Il parziale di 0-8 nel terzo quarto di gara è una conseguenza logica di quello che si vede in campo: a segno Laidlaw con un piazzato e, al quarto d'ora, Dunbar con una meta segnata all'altezza della bandierina.

Laidlaw non trasforma e l'Italia resta ancora a più 2. Ma non può durare, e infatti, poco prima della mezz'ora, Lamont dà una bella accelerata a un'azione nata da mischia chiusa e serve Cusiter che dà a Dunbar, bravo di suo ma anche avvantaggiato da placcaggi non propriamente stroncanti. La prova tv elimina il dubbio di un passaggio in avanti, la meta del centro è facilmente trasformata da Weir. Solo a questo punto l'Italia si sveglia, portandosi finalmente in attacco. Un tambureggiare durato un paio di minuti, il tempo di mandare Furno in meta sull'asse Orquera (subentrato ad Allan)-Parisse e di passare dal 18 pari al 20-18 grazie alla trasformazione dello stesso Orquera.

Il resto è sofferenza, che si trasforma in frustrazione e tristezza quando gli ospiti, dopo avere gestito bene una mischia in posizione favorevole, costruiscono la piattaforma giusta per il calcio di rimbalzo vincente, firmato Duncan Weir.

La partita
Italia-Scozia 20-21 (primo tempo 13-3). Per l'Italia: 2 mete (Allan, Furno), 2 calci piazzati (Allan), 2 trasformazioni (Allan, Orquera). Per la Scozia: 2 mete (Dunbar), 1 drop (Weir), 2 calci piazzati (Laidlaw), 1 trasformazione (Weir). Calci fermi: Allan 2 su 3, Orquera 1 su 1; Laidlaw 2 su 3, Weir 1 su 1

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