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Questo articolo è stato pubblicato il 23 settembre 2010 alle ore 09:19.
La tecnologia ha un futuro ineluttabile e prevedibile. «Ineluttabile la clonazione umana, ineluttabili i cibi geneticamente modificati. Ineluttabili le tecnologie che interconnetteranno gli individui in modo ancora più profondo, al punto da modificare anche la nostra biologia. Ne sentiremo il bisogno come ora dei vestiti. Arriveranno, prepariamoci: un po' com'è stato inevitabile l'avvento del telefono». Kevin Kelly, tecnologo, è uno di quegli autori e pensatori in grado di cogliere nel presente i semi del futuro. E di raccontarli anni prima che germoglino.
Il 14 ottobre esce negli Usa il suo libro: «What Technology Wants». Che cosa vuole la tecnologia? «Per prima cosa, chiariamo: io intendo la parola tecnologia in senso più ampio; è tutto ciò che l'uomo ha inventato. Quindi anche la società, la scienza, l'arte – dice Kelly –. Ho coniato quindi il termine technium, che nel libro uso al posto di "tecnologia"». L'ispirazione è un concetto del greco antico, già utilizzato da Heidegger: la techne.
Premessa necessaria, per capire Kelly, quando dice che «in fondo la tecnologia vuole ciò che vogliamo anche noi. Molte cose, ma soprattutto l'aumento delle possibilità umane. È una tendenza ineluttabile, nel lungo periodo, e tale quindi è anche l'avvento delle tecnologie specifiche che la renderanno possibile». Kelly giunge a questa tesi perché considera il technium come una forza autonoma rispetto alla pura volontà umana: «Le invenzioni della nostra mente pervadono il mondo a un livello così profondo da essere ormai come un organismo autonomo. Sono cose interconnesse tra di loro che si autoperpetuano e autoaumentano». «La maggior parte delle invenzioni umane sono inevitabili – continua –. Se si resettasse la vita sulla Terra, torneremmo prima o poi allo stesso punto». Forza irresistibile, insomma, nell'esprimere quelli che Kelly chiama «bisogni e tendenze inconsci della tecnologia». Sono 13 le cose che la tecnologia cerca di accrescere: efficienza, opportunità, emersione, complessità, diversità, specializzazione, ubiquità, libertà, mutualità (socialità), bellezza, "sentience" (capacità di essere senziente), struttura, evoluzione attraverso l'adattamento ("evolvability").
Kelly legge nella storia dell'umanità numerose conferme e prove di questi 13 principi, che, come si vede, non riguardano solo il regno della tecnica. Se il loro risultato è l'aumento delle possibilità umane, Kelly non si riferisce solo a una maggiore disponibilità di strumenti. Ma a una maggiore ricchezza di alternative, di strade da percorrere. Di libertà.