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Questo articolo è stato pubblicato il 07 aprile 2013 alle ore 14:35.

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Pro gamer, videogiocatore professionista: non è un ossimoro fantascientifico, ma uno dei fenomeni dalla diffusione maggiormente in crescita oggi. Lungi dall'essere recente – il primo «cyber atleta» è riconosciuto nel 1995 in Dennis "Thresh" Fong –, la figura del pro gamer è esplosa nel 2012, quando, secondo una stima di «Forbes», la comunità pagata per giocare ha coinvolto centinaia di migliaia di persone in tutto il mondo, con introiti annui in alcuni casi superiori al milione di dollari; anche grazie a sponsor extra settore come Mtv o Red Bull.

Fu Lim Yo-Hwan, più noto con l'eloquente soprannome di "Emperor", il primo pro multimilionario. Oggi allenatore, il fu campione sudcoreano di StarCraft già nel 2007 vantava una linea di abbigliamento, dvd celebrativi e contratti pubblicitari per 500mila dollari l'anno. Al termine del servizio militare, quando il suo match di ritorno venne seguito da 2 milioni di persone, il «Los Angeles Times» lo paragonò a «Elvis che lascia l'esercito».

L'e-sport può invero stupire solo chi ne ignori i contesti. In Corea l'online gaming vanta la KeSPA, un'associazione approvata nel 2000 dal ministero di Cultura, sport e turismo allo scopo di rispondere alle esigenze dei giocatori e promuovere la digitalizzazione nazionale, indirizzandone agenda e finanziamenti.

In 12 anni, il Paese ha trasformato il computer game nel momento di condivisione per eccellenza, con campionati di 25 "discipline" diverse, arene zeppe di tifosi e icone paragonabili a Michael Jordan o Leo Messi. Solo con la tastiera al posto del pallone. «La cultura del gioco in rete – spiega Riccardo Kim, della Korea Trade-Investment Promotion Agency di Milano – negli anni 90 ha diffuso l'esigenza di un'infrastruttura tecnologica di alto livello. Il risultato è che oggi, nelle pc-room, ci si conosce e si fa amicizia». Pochi mesi fa la KeSPA ha peraltro ufficializzato un legame pluriennale con la Major League Gaming, l'organizzazione più nota in Nord America, fondata nel 2002 e forte di dirette su Espn e produzioni televisive proprie; l'erede della pionieristica Cyberathlete Professional League, nata nel '97 a Dallas e acquisita dalla WoLong Ventures, che da Singapore ne gestisce le divisioni internazionali, italiana compresa.

Esatto, l'Italia. Per quanto da noi si annoveri un solo fuoriclasse, Alessandro "Stermy" Avallone, capace di umiliare nell'E-Sports World Cup una leggenda come Jonathan "Fatal1ty" Wendel, l'attenzione cresce con rapidità, soprattutto in ambito racing: grazie a simulatori professionali (rFactor o Gtr), portali come simracingzone.net aggregano scuderie digitali anche frequentate da piloti "veri" in allenamento. Non è un caso se per la prima volta un sim driver, il tre volte campione italiano David Greco, quest'anno affronterà in Formula Promotion i professionisti del Motorsport. In fondo i videogiocatori migliori, che un ammirato Ronald Reagan già nel 1983 invitava ad arruolarsi in aviazione, lo sanno: il (pro) gaming è una cosa seria.

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