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Questo articolo è stato pubblicato il 17 novembre 2010 alle ore 19:18.
Prenotare il biglietto per un vedere un film con la fotografia di una locandina scattata dal cellulare. Senza toccare né i tasti delle lettere né il display. Google Goggles è un'applicazione per smartphone e iPhone che funziona come una lente intelligente: seleziona il dettaglio di un'immagine, riconosce la figura e apre una pagina del motore di ricerca con i risultati, come se un utente avesse digitato le parole. E, invece, non ha sfiorato la tastiera.
Da poco negli Stati Uniti è partito un programma sperimentale per abilitare una connessione diretta con il web, a partire dalle inserzioni promozionali nelle pagine dei giornali, poster manifesti pubblicitari. Tron, per esempio, è un lungometraggio prodotto da Disney che arriverà in sala a dicembre: le prenotazioni online saranno possibili scattando immagini delle locandine per accedere a due siti specializzati nella vendita di biglietti. Dopo i primi tentativi, i laboratori di Google hanno visto che Goggles funziona bene se inquadra nel display le copertine dei libri, luoghi interessanti (per esempio, il Duomo di Milano), loghi, frammenti di testi, opere d'arte. L'applicazione, attraverso lo scatto di un'immagine, riconosce figure e testi. Poi, lancia una ricerca online che può includere pagine di Wikipedia, siti di ecommerce, video. E costruisce una connessione diretta tra oggetti, informazioni online e spazi per il commercio elettronico. Ma la tecnologia ha ancora strada da fare: non identifica con facilità alcune categorie: animali, abbigliamento, arredamento.
L'iperlente di Google è anche associata a un traduttore istantaneo. Chi, per esempio, siede a tavola e ha davanti un menù in tedesco può fotografare la pagine e ricevere una traduzione immediata sul display dello smartphone. Ha contributo al progetto anche un ingegnere italiano, Alessandro Bissacco, allievo del Vision Lab dell'università della California a Los Angeles. Al momento si tratta di un'iniziativa ancora in fase di prova. Ma è un tentativo di trovare strade parallele ai codici bidimensionali, come i Qrcode e i Semacode: sono piccole immagini a scacchi bianchi e neri che, se fotografate con uno smartphone, aprono la connessione a un sito web o a un altro indirizzo internet.