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Tecnologie Computing

Apps, cloud, reti 4G, device mobili, 3D: ecco l'hi-tech del 2011

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Questo articolo è stato pubblicato il 01 gennaio 2011 alle ore 16:36.

La crisi economica è un lontano ricordo e l'industria tecnologica è tornata a marciare ai ritmi pre 2008? La risposta, proiettata sul 2011, non può essere una sola. E per un semplice motivo. Se si guarda al mondo consumer, ai soliti smartphone e tablet tanto per non fare nomi, la questione è nota: sono i due fenomeni del momento e per loro parlano vendite che crescono a doppia cifra trimestre dopo trimestre. L'anno nuovo dovrà confermare le potenzialità di un altro grande "tormentone" del 2010, e cioè quello del 3D: televisori, camere digitali e camcorder, notebook e pure console (la Nintendo 3DS, che porterà i giochi in tre dimensioni senza occhialini) sono attesi al vero boom di domanda dopo 12 mesi di prova sul campo.

L'abc della nuova tivù in alta definizione

Entreranno in massa nelle case o rimarranno costosi gadget hi-tech per un pubblico di nicchia? A Las Vegas, in occasione del Consumer Electronic Show che apre i battenti il giorno della Befana, avremo con ogni probabilità un'ulteriore conferma di quanto il 3D sia quanto mai una componente essenziale delle proposte dei big dell'universo hi-tech. Altri filoni che si annunciano scoppiettanti sono quelli dei servizi cloud - tutto ormai può essere accessibile dalla nuvola, dalla musica da scaricare sul telefonino ai programmi di mail fino ai sistemi di produttività e di gestione aziendali – e degli ebook, con l'incognita legata al ruolo dei classici ereader (il Kindle di Amazon) al cospetto delle tavolette touch multifunzione.

Arriva l'Lte. Mobile Internet e videochiamate al decollo
Le apps mobili sono ormai un fenomeno consolidato: nel 2011 i download passeranno da 20 a oltre 25 miliardi. Un salto in avanti previsto e poderoso, che "obbligherà" i carrier mobili a definire in modo netto il cambiamento del modello di business che ha dato il là all'esplosione del traffico dati in mobilità: i piani flat sono prossimi alla pensione, in futuro si pagherà in funzione del consumo (i Megabyte scaricati dalla Rete sullo smartphone) e l'accoppiata terminale-contratto vivrà presto una seconda importantissima fase. I mercati occidentali, Europa e Nord America, faranno da apripista ai servizi di quarta generazione sfruttando come traino la popolarità dei tablet ma nel 2015 sarà l'Asia-Pacifico, stando alle previsioni di Wireless Intelligence, il più grande mercato mondiale per l'Lte (Long term evolution), la tecnologia che distribuirà voce, dati, video e applicazioni ad altissima velocità (fino a teorici 100 Mbit per secondo) su telefonini e computer mobili.

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Nel 2011 le nuove reti inizieranno quindi a essere finalmente protagoniste - il numero stimato di connessioni Lte supererà quota un milione entro il primo semestre, rispetto alle 350mila di fine 2010 – ma solo nei prossimi anni si toccheranno cifre (300 milioni di linee attive entro il 2015) tali da dipingere il 4G come un fenomeno di massa. Nel breve termine, infatti, i prezzi alti e la disponibilità limitata renderanno bassa, secondo gli analisti, la penetrazione fra gli utenti dei super cellulari Lte. Un servizio che invece nel 2011 tornerà sugli scudi è la videochiamata: le nuove reti, la maggiore diffusione dei dispositivi abilitati alla videochiamata (tablet compresi) e piani tariffari flat più convenienti per il traffico dati porteranno finalmente in auge (dopo 10 anni di gestazione) il mobile video, i cui servizi, secondo la società di ricerca svedese Northstream, decolleranno letteralmente. Oggi solo l'1% delle attuali chiamate 3G è di tipo video ma basti pensare che nei prossimi 12 mesi la sola Apple avrà oltre 100 milioni di device abilitati a questo servizio (i servizi di videochiamata di Skype sono da ieri l'altro disponibili anche per iPad e gli iPhone 3G S e 4) per avere conferma che stiamo effettivamente parlando di un business pronto a prendere il volo.

Tavolette: tutti contro Apple
In materia di tablet, il balletto delle cifre e delle candidature al ruolo di vero anti iPad non accenna a fermarsi. Quante tavolette della Mela verranno vendute nel 2011? Chi, fra Samsung, Research in Motion e vari altri, vestirà i panni di reale concorrente di Apple? Le stime parlano di almeno 50 milioni di media tablet in procinto di finire nelle tasche di appassionati e professionisti nel corso dei prossimi dodici mesi. L'Pad è accredito di una domanda che nelle migliore delle ipotesi di 35/40 milioni di unità, il che significherebbe una quota di mercato non inferiore al 70%. Per il Blackberry PlayBook, che si presenta con l'etichetta di device per il business, gli analisti parlano di un possibile venduto di 2,5 milioni di esemplari (a un prezzo medio di 430 dollari l'uno): sulla carta non c'è storia ma per Rim significherebbe mettere a bilancio nel 2011 ricavi per circa 1,1 miliardi di dollari, poco meno del 5% dell'intero suo fatturato stimato per l'anno prossimo. In termini di volumi, di unità vendute quindi, molto faranno i tablet Android: resta da capire come i tanti produttori che hanno sposato la piattaforma mobile di Google riusciranno a coesistere in un mercato che sì si annuncia ricco ma forse non abbastanza da poter mantenere (leggi economie di scala e margini di profitto) tutti.

Di sicuro da gennaio in avanti assisteremo a un susseguirsi di annunci in ambito tablet: al Ces 2011 Microsoft presenterà le sue tavolette Windows (con Samsung e Dell), sempre a Las Vegas sfileranno in passerella molte tavolette androidi e all'inizio della primavera sarà la volta dell'iPad 2, che gli ultimi rumors danno estremamente orientato al verbo della connettività 3G. E considerato l'ecosistema che può mettere sul tavolo Apple si capisce bene perché la società di Cupertino voglia rendere appetibile la sua creatura a quanti più consumatori possibili mettendo loro a disposizione centinaia di migliaia di applicazioni e contenuti digitali. Casomai, e qui entra in gioco una tecnologia, l'Usb 3.0, che nel 2011 sarà molto gettonata, gli utenti dovranno porsi il problema di come archiviare e copiare i file scaricati dal Web. E per questo c'è chi di dice convinto che l'anno appena iniziato vedrà il boom di domanda per i supporti di storage esterni compatibili con questo standard, presente da qualche mese sulle schede madri dei computer di fascia medio alta e a bordo dei dispositivi digitali di nuova generazione.

Spesa It in salita del 6%, ma per l'Italia crescita zero
Per un mondo dell'hi-tech consumer che sarà ancora una volta molto frizzante nonostante l'onda lunga della crisi, se guardiamo al comparto dell'informatica "tout court", termometro più affidabile per misurare lo stato di salute delle aziende (o per lo meno la loro propensione a spendere in tecnologie), emergono invece ancora crepe non indifferenti. Stando agli ultimi dati resi noti da Idc, l'anno prossimo gli investimenti It su scala mondiale dovrebbero infatti toccare quota 1.600 miliardi di dollari, con una crescita del 5,7% rispetto al 2009. Valori discreti, ma non tali da poter dire di essere tornati ai livelli del 2007/2008. Tre, comuqnue, saranno i filoni che caratterizzeranno le strategie aziendali: il cloud computing, la mobilità e il social networking, che riuniti in un'unica piattaforma costituiranno il principale modello di erogazione dei servizi tecnologici alle imprese e ai consumatori finali.

I Cio, in estrema sintesi, spenderanno i loro budget in soluzioni per portare le applicazioni business sulla nuvola (la domanda di cloud pubbliche è stimata possa aumentare del 30%) e per dotare la forza lavoro dispositivi mobili (che nell'arco di 18 mesi surclasseranno in termini numerici i pc). Di pari passo si consoliderà il processo di integrazione dei social media all'interno dei sistemi informativi e delle attività, con un incremento medio annuo previsto del 38% nei prossimi quattro anni. A rallegrare le feste di fine anno dei grandi vendor It, vi sono in buona sostanza i dati settoriali che confermano come anche la componente infrastrutturale della spesa tecnologica abbia ripreso a camminare: l'hardware, secondo gli analisti della società americana, dovrebbe crescere del 7,8%, il software del 5,3%, i servizi del 3,5% e i servizi in outsourcing del 4%.

Sulla carta il quadro appare in proiezione positivo, ma così pare non essere per l'Italia. Sempre Idc ha stimato per il 2011 una crescita del mercato Ict dello 0,2%, dopo che il 2010 dovrebbe chiudersi con un saldo negativo dello 0,4%, a causa soprattutto dell'evidente flessione del comparto telco (nonostante i buoni risultati dei servizi di banda larga mobile, il cui giro d'affari non fermerà la riduzione del fatturato complessivo prodotto dal traffico voce e dati). Le aspettative sono in altri termini modeste e, questo il parere condiviso da vari esperti, solo una forte accelerata del sistema Paese sul fronte delle reti ultraveloci Ngn e del piano di eGov e la maggiore consapevolezza delle aziende circa il ruolo fondamentale delle tecnologie per la crescita darà la spinta necessaria a mettere definitivamente alle spalle la fase di recessione. Almeno lo si spera.

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