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Il corpo, le emozioni e lo specchio dell'anima

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Questo articolo è stato pubblicato il 14 gennaio 2011 alle ore 17:34.

Laila Craighero, classe 1968, è laureata in psicologia e ha un dottorato di ricerca in neuroscienze. Dal 2007 insegna psicobiologia e psicologia fisiologica all'Università di Ferrara.
Il brano che segue è tratto da "Neuroni specchio", breve saggio pubblicato da il Mulino nel 2010.

La consapevolezza del legame tra la sensazione dell'emozione e le sue manifestazioni fisiche, e della capacità di riconoscere e provare le emozioni vissute dall'altro, sicuramente ha ispirato Konstantin Stanislavskij, fondatore della prima scuola di recitazione. Forte oppositore della tradizionale ripetizione pedissequa, trovava assurdo che si chiedesse all'attore di manifestare sulla scena ciò che non sentiva. Secondo Stanislavskij per imprimere vita al personaggio l'attore deve sempre partire da se stesso e, per non recitare dall'esterno la parte, deve ricorrere alla propria memoria emotiva, rivivendo un avvenimento del proprio passato per rievocare e rivivere sentimenti ed emozioni analoghi a quelli del personaggio che deve interpretare. L'interprete non deve essere finto né falso. Per essere credibile ed evocare automaticamente nello spettatore l'emozione desiderata, egli deve rivivere i sentimenti del personaggio attraverso i propri, ricostruendo il mondo interiore del personaggio sulla base del proprio mondo interiore. L'efficacia di questo approccio è tale che nel 1947 a New York nasce l'Actors Studio, che si basa proprio sul metodo Stanislavskij. Vi sono esempi eclatanti di attori molto famosi che hanno applicato alla lettera tale metodo: si pensi a Dustin Hoffman che non dorme per diversi giorni, così da essere molto stanco per le scene de "Il maratoneta", a Meryl Streep che per "La musica del cuore" ha studiato violino per otto settimane, arrivando a suonare anche per sei ore al giorno di filato, oppure al film "L'ombra del vampiro", dove il misterioso protagonista, anche fuori dal set, sarà visto dalla troupe sempre truccato da vampiro (...). Le emozioni sono un'esperienza molto intima e personale, ma sembra che il sistema motorio sia la chiave di volta per comprendere pienamente il vissuto dell'altro.

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