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I testi scolastici si scrivono in aula

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Questo articolo è stato pubblicato il 20 gennaio 2011 alle ore 16:53.

A Brindisi c'è un attivo maestro. Si chiama Salvatore Giuliano, il bandito per gli amici, ed è preside dell'Istituto tecnico Ettore Majorana. Cinque mesi fa ha lanciato il progetto «Net in progress» (la storia è stata raccontata su Nòva24 del 9 settembre 2010).

In dieci classi del suo istituto ogni alunno entra in aula con un computer portatile, dove sono precaritati i libri di testo prodotti con licenza creative commons dai 300 insegnanti che aderiscono al progetto «Book in progress» – lanciato nel 2009 nella scuola di Giuliano – che oggi può contare su un network di 14 istituti sparsi per l'Italia e su libri autoprodotti per 16 discipline. Nelle aule della sperimentazione uno schermo da 19 pollici mostra i materiali didattici scelti dal docente e li proietta sui tablet degli alunni e su una lavagna interattiva multimediale (Lim). Le telecamere installate in aula permettono di organizzare videolezioni.

La piattaforma permetterà alla scuola di condividere con le famiglie anche i dati su frequenza e risultati scolastici. Che sono incoraggianti: grazie al coinvolgimento degli alunni nei nuovi progetti, nell'anno scolastico 2009-2010 al Majorana i debiti formativi sono diminuiti del 10 per cento.
I testi scolastici stampati al Majorana e destinati alle scuole del network hanno fatto parlare tv e giornali. A settembre il preside Giuliano e i suoi insegnanti hanno noleggiato un furgone e sono partiti diretti al Nord, per consegnare 3.500 volumi autoprodotti

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