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Questo articolo è stato pubblicato il 10 luglio 2014 alle ore 16:04.
L'ultima modifica è del 10 luglio 2014 alle ore 16:21.

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L'Unione europea vuole capire di più della maxi-acquisizione di WhatsApp da parte di Facebook. Una mossa da 19 miliardi di dollari arrivata all'inizio dell'anno che ha scombussolato un po' tutto il mondo della telecomunicazioni. Ebbene, scrive il Wall Street Journal in prima pagina sull'edizione europea che la Commissione ha iniziato a inviare questionari molto dettagliati ad aziende tecnologiche e ai concorrenti del numero uno tra le app per messaggistica (le più note sono Line, Telegram e WeChat).

L'indagine serve per capire che conseguenze potrebbe avere il merger nel mercato dei competitor. Non solo: la Ue vuole anche capire che qualcosa di più sulla quantità di dati personali che finirebbero nelle mani di Facebook e come questi potrebbero essere usati in chiave anti competitiva. L'esito dell'azione della Commissione è interessante perché è la prima volta che si occupa di app economy e social media con la lente delle leggi che tutelano la concorrenza. Sarà il primo esame sulla materia prima dell'apertura di una revisione formale della stessa da parte dell'Unione Europea.

Non è un mistero che l'industria delle telecomunicazioni europea stia facendo pressioni contro l'operazione di Facebook, accusando aziende come WhatsApp di sfruttare la loro infrastruttura tecnologica ma senza essere tassate o regolate nella stessa maniera.

Scrive il Wsj che almeno due delle aziende che hanno ricevuto il questionario temono che la combinazione tra WhatsApp e Facebook li possa estromettere dal mercato. C'é poi la paura della Ue che nasca una "monopolista dei dati" che facendo tesoro di questa miniera di informazioni possa costituire una barriera all'ingresso di nuovi attori sul mercato. Alcuni esperti di leggi antitrust contattati dal giornale sono tuttavia scettici sui punti contestanti.

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