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Questo articolo è stato pubblicato il 10 settembre 2014 alle ore 00:34.
L'ultima modifica è del 10 settembre 2014 alle ore 15:40.

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Gli occhi di tutto il mondo erano puntati sui nuovi orologi intelligenti di Apple, mentre era dato per scontato l'arrivo di nuovi iPhone con schermo più grande e di un nuovo sistema di pagamento. Il keynote è stato particolarmente lungo, Tim Cook per la prima volta ha usato la tipica espressione "One more thing" di Steve Jobs (in effetti era la prima volta che introduceva una nuova categoria di prodotti, ovvero l'Apple Watch) e le novità sono state tante, un po' confuse e non aiutate da uno streaming video singhiozzante e non all'altezza della prima azienda tecnologica al mondo. Proviamo a fare ordine sulle novità.
(VOTA IL SONDAGGIO - ANALISI/ LE SCOMMESSE DI APPLE, di Luca De Biase)

La vera rivoluzione? I pagamenti
Forse non suscita grandi emozioni, ma rendere una volta per tutte lo smartphone una carta di credito sarebbe davvero rivoluzionario. Apple ci prova con Apple Pay. Sarà su iPhone 6 e 6 Plus, grazie a chip Nfc, ma anche su Apple Watch. Usa la carta di credito messa su iTunes. A quel punto i negozi che hanno il pos compatibile ti permettono di pagare avvicinando il telefono e aggiungendo l'impronta digitale sul display del telefono. Nel telefono c'è un chip dedicato con le informazioni di pagamento che però restano anonime e non collegabili al numero di carta di credito. Per ora i partner sono: Subway, McDonalds, Disney, Walgreens, Macy's, Sephora e ovviamente gli Apple store. Poi Groupon, Uber e Panera. L'azienda sta lavorando con American Express, Mastercard e Visa. Le potenzialità sono importanti perché l'azienda ha già 800 milioni di carte di credito su iTunes (The Verge ) e si aspetta di vendere qualcosa come 80 milioni di iPhone 6. La tecnologia Nfc è dentro a praticamente tutti gli smartphone di fascia alta da anni, manca però semplicità ed ecosistema. Apple, per la quale invece è una novità, sta lavorando con gli store di tutto il mondo e ha la giusta tecnologia (touch ID, forse l'unica vera innovazione negli smartphone nell'ultimo anno). Il problema: la sicurezza e la sua percezione, specie dopo il furto di foto private ad alcune attrici di Hollywood dai loro account icloud.

L'enigma delle lancette digitali
Serve ancora l'orologio? Alla domanda stanno cercando una risposta quasi tutti i produttori di tecnologia, che almeno da un anno stanno mettendo sul mercato braccialetti e orologi connessi di varia natura senza grandi successi. Tutto in realtà era partito con le prime indiscrezioni dei giornali americani, di circa due anni fa, in cui si diceva che Apple ne stava preparando uno. È arrivata dopo e dunque con grandi aspettative. A partire dal design. Apple ha scelto l'abbondanza perché «l'orologio è un oggetto molto personale». E dunque ci sono tre modelli, a loro volta divisi in due dimensioni (con cassa da 38 mm e da 42 mm), con 6 diversi cinturini. La fattura, a seconda dei modelli, è in leghe di acciaio inossidabile, alluminio oppure oro da 18 carati. L'interazione con il dispositivo avviene con il touch, che questa volta è però capace di rilevare anche la pressione. Un comando in più che, ad esempio, dà accesso al menu dell'app messaggi o quello che ti permette di scegliere fra diversi quadranti. Visto che lo schermo è piccolo, c'è anche l'aiuto della corona digitale per fare zoom e altro.

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