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Questo articolo è stato pubblicato il 07 ottobre 2014 alle ore 12:00.
L'ultima modifica è del 07 ottobre 2014 alle ore 19:22.

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Shuji Nakamura, Hiroshi Amano, Isamu AkasakiShuji Nakamura, Hiroshi Amano, Isamu Akasaki

Il premio Nobel per la fisica 2014 è stato dato a tre ricercatori di origine giapponese Isamu Akasaki, Hiroshi Amano e Shuji Nakamura (cittadino americano) «per l'invenzione dei diodi a emissione di luce blu che hanno consentito di potenziare e rendere più brillanti le fonti di luce bianca consentendo un contestuale risparmio di energia».

L'invenzione dei tre ricercatori riguarda la tipologia di Led (Light Emitting Diode) a luce blu, una «nuova luce per illuminare il mondo» come spiega il comitato del Nobel nella motivazione del premio. L'impatto di questa tecnologia potrebbe infatti essere confrontabile a quello della lampadina: «Come le lampade a bulbo hanno illuminato il ventesimo secolo, i Led saranno le luci del ventunesimo secolo», scrive la Fondazione Nobel. L'invenzione dei Led blu risale all'inizio degli anni '90, quando Isamu Akasaki, Hiroshi Amano e Shuji Nakamura sono riusciti per la prima volta a generare un fascio di luce blu da materiali semiconduttori. Fino ad allora esistevano soltanto Led a luce rossa e verde, ma da questi dispositivi non era possibile produrre luce bianca. Per anni superare questo ostacolo è stata una vera scommessa per i fisici e la sfida prosegue costantemente per rendere i Led blu sempre più efficienti.

Poichè un quarto del consumo di elettricità nel mondo si deve all'illuminazione, i Led permettono un risparmio notevole nei consumi e una maggiore efficienza. Basti pensare che la durata dei Led è di 100mila ore, contro le mille delle lampade a incandescenza e le 10mila ore di quelle a fluorescenza. E che l'attuale record di efficienza luminosa per i Led blu supera 300 lumen/Watt, pari a quella di 16 lampade tradizionali o di 70 lampade a fluorescenza. Grazie ai Led blu, infine, le persone che sul pianeta vivono senza reti elettriche (si stima che siano almeno un milione e mezzo) potrebbero avere reti a basso costo dal momento che per alimentare i Led bastano piccole quantità di energia, ad esempio prodotte dai pannelli solari.


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