NEW YORK. Dal nostro corrispondente - È stato un terremoto improvviso: la Sec ha accusato ieri mattina Goldman Sachs in procedura civile di aver truffato i suoi clienti con operazioni speculative sul mercato subprime nel 2007, quando stava per esplodere la crisi finanziaria. La storia di quelle operazioni era conosciuta e dibattuta da tempo: si diceva che la banca dopo aver venduto pacchetti di mutui ai suoi clienti andava sul mercato per giocare al ribasso su quegli stessi titoli. Goldman ha sempre respinto con indignazione le accuse emerse sul mercato e sulla stampa, persino un paio di settimane fa in una incomprensibile lettera agli azionisti.


Il problema per la banca è che ieri la Sec non ha soltanto formalizzato i capi d'accusa, ha anche rivelato particolari sconosciuti, e cioè che la banca aveva organizzato le operazioni per conto di una parte interessata, il grande gestore di fondi hedge John Paulson senza informare il mercato di questo dettaglio, come richiede la legge. Il fondo di Paulson, Paulson and Co, aveva anche pagato 15 milioni di dollari alla banca per creare lo strumento, chiamato in gergo Cdo (collateralized debt obligation). La Sec inoltre ha menzionato anche il nome di una persona fisica responsabile delle operazioni, Fabrice Tourre, un "vice president" della banca che aveva concepito e realizzato le operazioni. Ma John Paulson o il suo fondo non sono stati per ora chiamati in causa.


È stato un uragano. Il titolo Goldman ha perso il 12,64% in poche ore, scendendo a quota 160,4 dollari per azione. E visto che la Sec sta conducendo inchieste parallele su veicoli di investimento collocati da altre banche, simili a quelli messi a punto da Goldman, Wall Street teme che altre istituzioni possano cadere nella stessa rete. O che, comunque, il settore uscirà destabilizzato da questa vicenda. Come si è detto, per ora la causa ha natura civile, ma i danni possibili che Goldman potrebbe essere chiamata a rimborsare sono stimati in oltre un miliardo di dollari, senza contare le multe possibili.

«Il prodotto realizzato da Goldman era nuovo e complesso, ma il metodo di occultamento e i conflitti sono antichi e semplici», ha dichiarato Robert Khuzami, il responsabile della divisione coercitiva della Sec. La risposta di Goldman all'azione della Sec è stata di nuovo ferma e aggressiva: «le accuse sono prive di fondamento sia nei fatti che nelle componenti giuridiche» ha detto la banca in un comunicato.

La vicenda riguarda genericamente un veicolo di investimento controverso, di cui abbiamo riferito più volte su queste pagine, il cosiddetto "collateralized debt obligations" sintetico, che raggruppava diversi portafogli mutui, molti dei quali rappresentativi del mercato subprime. La tesi era che uno strumento formato da più portafogli ad alto reddito aveva una forte diversificazioen del rischio e consentiva ritorni medi anche di molto superiori al mercato. Questi strumenti venivano poi collocati sul mercato con il marchio dell'istituzione che li vendeva. Il marchio Goldman, forse il più prestigioso a Wall Street era sinonimo di garanzia per chi cercava un investimento a basso rischio. Le accuse generiche di cui si è parlato finora a Wall Street affermavano che le banche cercavano in realtà di scaricare dai loro portafogli strumenti che apparivano sempre più fragili. E, nel caso di Goldman, l'accusa è quella di aver poi giocato contro quegli stessi strumenti vendendoli a breve sul mercato.

Nel caso specifico la Sec menziona in particolare uno strumento, l'Abacus 2007-AC1, costruito a tavolino su specifica richiesta di un importante hedge fund, Paulson and Co. L'investitore aveva scommesso sul fatto che il mercato immobiliare sarebbe caduto. Aveva però bisogno di uno strumento attraverso il quale veicolare le sue operazioni ribassiste. Goldman accettò di costruire lo strumento e Paulson, che aveva identificato titoli immobiliari secondo lui molto fragili e destinati all'inevitabile collasso, indicò i titoli da impacchettare nello strumento. Goldman vendette poi lo strumento a banche e istituzioni oltre che a clienti privati riferendo che il portafoglio era stato creato da una terza parte indipendente. Non rivelò mai che il pacchetto era stato invece scelto da Paulson per la sua connotazione di fragilità. Ne che Paulson avrebbe subito venduto a breve i titoli rappresentativi di quel pacchetto. È questo dunque il punto debole di Goldman. E pare difficile che «fattualmente e giuridicamente» almeno in questo caso riesca a dimostrare il contrario.

GIGANTE IN DIFFICOLTÀTutte le polemiche sul «big»
Goldman Sachs è la più celebre fra le grandi «firm» statunitensi. Come le altre banche è stata duramente colpita dalla crisi finanziaria. ha ricevuto aiuti pubblici dal governo per 7,8 miliardi di dollari. Molte le polemiche che hanno seguito la misura: il ceo Lloyd Blankfein ha ricevuto negli ultimi anni compensi record (nel 2007 ben 68 milioni). La banca ha restituito lo scorso giugno tutti gli aiuti ricevuti. Per placare le polemiche ha inoltre varato una politica di restrizione dei bonus : a dicembre il management ha deliberato una distribuzione di bonus solo in azioni.

La lettera agli azionisti
Con una mossa inusuale pochi giorni fa Goldman ha pubblicato una lettera agli azionisti nella quale afferma con forza di non aver «mai penalizzato i propri clienti».

L'accusa
Ieri la nuova svolta: la Sec guidata da Mary Schapiro (nella foto) ha accusato Goldman di truffa: secondo l'authority la banca ha ingannato gli investitori confezionando e vendendo prodotti derivati legati ai mutui subprime senza comunicare cruciali informazioni ai clienti.

La difesa

Goldman ha respinto le accuse: «Sono completamente infondate. Ci difenderemo e difenderemo la reputazione della banca». Ma la notizia ha creato un vero e proprio terremoto finanziario: i titoli bancari sono stati sotto pressione per tutta la seduta e le azioni di Goldman hanno perso il 12,64% del proprio valore.

L'atto di citazione della Sec (in inglese)
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