Oggi per UniCredit è stata la giornata dei conti. Numeri, perlomeno immediatamente dopo la loro pubblicazione, bene accolti dalla Borsa. Un momento di mercato positivo, che segue alla dura contrapposizione di lunedì e alla tregua raggiunta ieri tra alcune fondazioni e soci privati da una parte e l'amministratore delegato Alessandro Profumo dall'altra, sul piano di Banca unica.

Banca unica e riorganizzazione
Un tema che ha fatto capolino, seppure indirettamente e per un brevissimo momento, anche nella conference call con gli analisti. Rispondendo ad una domanda, Profumo ha detto che «il focus» della riorganizzazione in corso da parte di Unicredit, attraverso appunto il progetto della banca unica, «è migliorare il servizio al cliente» e questo progetto «verrà realizzato nel 2010». Insomma, si va avanti. Rispetto poi alle indiscrezioni di stampa, oggi ne ha parlato anche il Financial Times, su una sua ipotetica uscita da UniCredit il manager genovese ha detto perentoriamente: «Non ho mai minacciato le dimissioni». Inoltre, ha aggiunto: «Nel cda c'è stata la giusta dialettica e le relazioni con gli azionisti sono buone. Il problema
non é stato posto in termini» di un nuovo direttore generale. «Il tema è il cambiamento delle
funzioni operative della holding che da holding diventa società operativa».

Rinnovo vertici Mediobanca-Generali
Infine, non ha mancato di esprimere un parere su un altro tema, quello della "partita a scacchi" per il rinnovo dei vertici sull'asse Generali-Mediobanca che, comunque, non può considerarsi slegato alle divisioni con le fondazioni. «UniCredit - ha detto -non può chiamarsi fuori nella questione delle nomine in Mediobanca perchè siamo primo azionista».

Profumo: ben posizionati per cogliere la ripresa
Rispetto, invece, ai numeri di bilancio il ceo di UniCredit ha detto che permettono «di posizionarci nella giusta direzione per cogliere le opportunità che verranno dalla ripresa economica. Una ripresa che ci aspettiamo arriverà a partire dalla fine del 2010 e proseguirà nel 2011».

Focus sull'Europa centrale e dell'Est
In particolare, il ceo di UniCredit ha sottolineato che un importante driver della crescita dovrebbe arrivare dai paesi del Centro e Est Europa: per esempio, Polonia, repubblica Ceca, Turchia e Russia. In tal senso «abbiamo» iniettato 2 miliardi di euro «in Bank Austria per cogliere le opportunità nell'area», ovviamente «tenendo ben sotto controllo i rischi e i costi». Ricordando, poi, che non si tratta di conquistare semplici market share bensì di puntare sulla qualità degli asset.


I dati di bilancio
Nel 2009 il margine d'intermediazione è cresciuto del 2,6% a 27,57 miliardi. Nell'ultimo trimestre dell'anno, invece, si è attestato a quota 6,4 miliardi, in rialzo sì rispetto allo stesso periodo dell'esercizio precedente, ma in calo rispetto al terzo trimestre del 2009. Motivo? La riduzione «dei minori proventi da negoziazione», scrive UniCredit. In generale Profumo sottolinea, peraltro, che «nella seconda metà dell'anno i tassi di mercato dovrebbero rialzarsi, soprattutto come conseguenza della riduzione dela liquidità sul mercato. Un trend» che aiuterà i conti della banca.

I costi operativi sono diminuiti (-8,2% rispetto al 2008) a 15,32 miliardi mentre la spesa per il personale è calata del'8,3 per cento. Il rapporto costi/ricavi è pari al 55,6% (59% nel quarto trimestre). Nel 2008 era al 62,1 per cento.

Gli accantomenti per rischi e oneri sono saliti a 609 milioni, di cui 232 nel quarto trimestre. Le rettifiche nette su crediti e su accantonamenti per garanzie e impegni «ammontano - scrive UniCredit - nel 2009 a 8,31 miliardi, equivalenti ad un costo del rischio di 142 punti base». «Il nostro costo del rischio è un po' diminuito - ha detto Profumo-. Si tratta di una riduzione all'interno delle nostre linee guida che considero positiva».

L'utile netto si assesta a 1,7 miliardi di euro, in calo rispetto a 4 miliardi del 2008. Trimestre su trimestre il profitto netto ha un trend in calo: 490 milioni nel secondo quarter, 394 nel terzo e 371 nel quarto. Sull'intero esercizio il dato comunque è superiore al consensus degli analisti che era di 1,32 miliardi

Il core Tier 1 ratio a dicembre 2009 si è attestato a quota 7,62%: «Utili, miglioramento delle riserve e riduzione degli attivi ponderati pel rischio - si legge nel comunicato di UniCredit - hanno significato una crescita di oltre un punto percentuale (104 basis points) rispetto al 2008». Considerando pro-forma l'aumento di capitale da 4 miliardi concluso nel febbraio scorso, il coefficiente patrimoniale raggiunge l'8,47 per cento. «Il tier 1 ratio si assesta a discembre all'8,63% (con la ricapitalizzazione è al 9,49%) e il total capital ratio al 12,02% (12,8%, con l'aumento di capitale pro-forma). Si tratta di numeri che «mostrano- ha detto Profumo -che abbiamo un capitale molto solido», all'interno del quale il ruolo degli strumenti ibridi (strumenti di patrimonializzazione che le autorità regolamentari potrebbero, all'interno della revisione delle norme sul capitale bancario) non è, a detta del manager, così rilevante.

Nel 2009 il dividendo cash proposto dal cda all'assemblea è di 0,03 euro per le azioni ordinarie (4,5 centesimi per le risparmio), cioè nella parte alta della forchetta di previsione degli analisti. Ai soci andrà dunque un monte dividendi complessivo di circa 579 milioni di euro, pari a poco meno di un terzo dell'utile netto consolidato. Su questo fronte , Profumo ha detto che «Come tutte le banche, sulla politica dei dividendi dobbiamo vedere prima la nostra base di capitale e poi definirla. Oggi stiamo lavorando su un obiettivo in movimento» in quanto «le discussioni su Basilea 3 sono ancora in corso».

Collocamento azioni Generali
Piazza Cordusio comunica il collocamento di 44.195.587 azioni pari a circa il 2,84% del capitale di Generali e rappresentano l'intera partecipazione di UniCredit nel Leone di Trieste. Il prezzo di riferimento è di 18 euro per azione. L'operazione ha comportato una minusvalenza di 67 milioni di euro a livello consolidato. «Siamo stati forzati a vendere dall'Antitrust entro giugno - ha affermato Profumo -. Si sa che più ci si avvicina a questo genere di scadenze e minore é il prezzo che si riesce ad ottenere». Le azioni sono state acquistate da Effeti, società torinese partecipata dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Torino e dalla finanziaria veneta Ferak.

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