Non c'è pace per la Grecia. Il taglio del rating, con i rendimenti dei bond ellenici oltre l'8%, erà già nell'aria. La certificazione di Eurostat sul rapporto Deficit /pil 2009, al 13,9% e non al 12,9%, ha dato semplicemente il «la». Così, Moody's ha abbassato il rating di Atene da A2 al livello di A3. E a poco serve rilevare che la stessa Eurostat mantenga una riserva sulla nuova stima, possibile oggetto di un'altra revisione «fra lo 0,3% e lo 0,5», probabilmente al rialzo.

Per Moody's «la decisione si basa sul rischio che il debito possa stabilizzarsi ad un costo maggiore di quanto in precedenza stimato» e c'è la possibilità «di ulteriore downgrade». Il processo di revisione del merito di credito durerà fino a quando «non ci sarà maggiore chiarezza sulle misure politiche di lungo termine» per contenere il debito « e sulle prospettive economiche».

Possibile ulteriore taglio del rating
Non si tratta del primo ritocco all'ingiù: nel dicembre scorso era arrivato il primo taglio, da A1 a A2, e il rischio è che Atene possa perdere anche il range A. Moody's su questo è esplicito: «Gli interventi "disaggregati" di aiuto (leggi Unione europea, ndr) hanno reso di fatto più difficile» il risanamento. «La stabilizzazione potrebbe (...) realizzarsi ma» a un tale costo da giustificare «il Baa-range rating».

La speculazione contro la Grecia
«La mossa di Moody's non mi stupisce -dice Angelo Drusiani, esperto obbligazionario di Albertini Syz -. Con rendimenti oltre l'8% si tratta di un taglio abbastanza atteso». La situazione, insomma si complica, anche perchè la speculazione sembra non mollare la presa...«È proprio così. In questo momento c'è una fortissima attività di vendita allo scoperto di titoli di stato greci. Gli operatori pagano una commissione per il deposito prestito dei titoli, e cedono il bond ad un prezzo che, diciamo in teoria, è 10. La scommessa è che tra pochi giorni la quotazione del titolo sia più bassa di quanto è oggi, magari 8. A quel punto lo speculatore acquista il titolo, e lucra la differenza al netto della commissione per il deposito prestito titoli». Ma la Grecia rischia veramente il default? «Difficile rispondere. L'unica cosa che mi sento di dire è che anche gli aiuti-ponte non servirannno a molto: c'è bisogno di una manovra economica correttiva ancora più severa». La stessa Goldman Sachs avverte che, anche con gli aiuti dell'Europa, la Grecia possa andare verso una probabile ristrutturazione del debito, ossia ridurrà o ritarderà i pagamenti dovuti ai sottoscrittori dei suoi titoli di Stato.

Sul fronte politico oggi è stata ovviamente una giornata molto calda. Il premier greco George Papandreou ha ammesso che sono «tempi di emergenza nazionale», ed ha invitato a lasciare da parte «paura e panico» per quanto riguarda il possibile intervento del Fmi. Anche se il governo, alla fine di una riunione durata sette ore, non ha formalmente chiesto l'avvio degli aiuti nè all'Europa nè al Fondo. Più probabile, secondo fonti vicini ai negoziati, che si stia preparando un prestito ponto a favore di Atene. Il rappresentate dell'Fmi, dal canto suo, ha detto che «è prematuro parlare di cifre. Per certo gli aiuti riguarderanno un programma pluriennale concordato con le autorità greche». E lo stesso presidente DominiqueStrauss-Kahn, da Washington, ha sottolineato di «non vedere la necessità di focalizzare l'attenzione su altri Paesi oltre alla Grecia». Una presa di posizione che tenta di gettare acqua sul fuoco, nei giorni in cui aumentano i timori di una speculazione che possa prendere di mira Portogallo e Spagna.

I mercati, dal canto loro, hanno fatto segnare numeri ovviamente non "positivi". La Borsa di Atene ha chiuso in calo del 4 per cento. Il rendimento sul decennale ha superato il 9 per cento,
stabilendo un nuovo massimo dall'ingresso della Grecia nell'area della moneta unica. Si tratta di un rendimento tre volte superiore a quello dell'analogo T Bund tedesco.

In questo contesto,
l'euro
è scivolato sotto quota 1,33 dollari.

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