Seduta in calo per le Borse asiatiche in scia alla debolezza delle materie prime e all'inflazione in Cina che ha raggiunto i nuovi massimi da 18 mesi (l'indice dei prezzi al consumo é salito in aprile del 2,8% annuo, nel periodo gennaio-aprile i prezzi al consumo sono saliti del 2,4% annuo). L'indice che sintetizza l'andamento dei mercati asiatici ha lasciato sul terreno quasi un punto percentuale, mentre Tokyo ha chiuso in calo dell'1,1 per cento. A pesare sui mercati anche i timori per lo stato di salute di alcuni paesi europei, con la moneta unica che è tornata a perdere quota nei confronti dello yen.

Secondo alcuni operatori interpellati dall'agenzia Bloomberg «la crisi in atto nel Vecchio Continente non verrà curata riversando ulteriore liquidità sui mercati». Restano pertanto i timori che il piano fino a 750 miliardi di euro varato in Europa non sia sufficiente per evitare la recessione.

Guardando ai singoli mercati, in rosso Hong Kong che ha perso circa l'1,4 per cento, al fianco di Sidney (-1,1%). Su entrambi i listini hanno pesato soprattutto i titoli legati al comparto delle materie prime, penalizzati anche dalla discesa dei prezzi del rame: il gigante anglo-australiano Bhp Billiton ha così segnato un calo dell'1,9 per cento.

Sotto pressione peraltro i finanziari con Mizuho financial che ha perso il 4,1 per cento alla notizia di un nuovo collocamento azionario. Tra i titoli in positivo, Sony (+0,3%), che ha reso noto di aver registrato nell'anno fiscale che si è chiuso al 31 marzo una perdita inferiore del 41% rispetto a quanto previsto in precedenza.

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