Si è preso due giorni per andare fuori Roma con la famiglia. «È la mia colonna, in questi nove anni hanno sopportato tutti i miei silenzi e le mie assenze. Anche in questo caso hanno capito perfettamente che si tratta solo di un grande equivoco, come risulta chiaro via via che vengono fuori sui giornali le intercettazioni. A carico mio ci sono soltanto illazioni, non c'è niente, nessuna prova». Domani Guido Bertolaso tornerà al lavoro, «certamente senza serenità, con molta rabbia». Anche venerdì sera è andato a trovare il presidente del Consiglio per sottoporgli il testo di un'ordinanza che destina due milioni del bilancio della protezione civile agli imprenditori finiti sott'acqua in Toscana. «A gennaio avevamo messo a punto un testo con la regione Toscana, ma loro hanno le loro regole, le loro procedure, che richiedono tempo, e se a questi imprenditori non diamo subito un cip per ripartire, perdono tutto. Ecco come funziona l'Italia».

Le dimissioni, dottor Bertolaso?
Sono sempre sul tavolo del presidente Berlusconi. Gli ho detto: presidente, quando vuole, lei mi chiama e io faccio le valigie in un minuto, anche con un certo sollievo e una certa gratitudine.

Lui che ha risposto?
Di lavorare. E ci siamo messi a parlare, appunto, dell'ordinanza per gli imprenditori toscani, che salva 2.300 posti di lavoro.

Le accuse che le rivolgono sono gravi per la sua reputazione. Anche quelle dei favori sessuali, dei massaggi. Che rapporto c'è fra lei e Francesca?
Il nostro è un rapporto cristallino tra una signora molto perbene, corretta, una grande fisioterapista e un povero cristo che spesso è sotto stress e, non essendo abituato a risolvere questo stress facendo orge e festini con donne di facili costumi, può soltanto ricorrere alle mani abili di una fisioterapista. Questo sta venendo fuori aldilà dell'appetito che tanti hanno di leggere vicende a luci rosse.

Oggi Francesca è stata interrogata.
Immagino avrà confermato tutto questo. Non c'è altro. Solo invenzioni.

L'accusa più pesante è la corruzione, i rapporti che sarebbero opachi con Anemone e gli altri imprenditori.
Ripeto, non c'è nulla in queste intercettazioni. Si sta solo speculando.

Che rapporti aveva con questi imprenditori?
Posso dimostrare anche ora ai magistrati, carte alla mano, la assoluta correttezza dei miei comportamenti.

Anche quando si parla di costi gonfiati?
Sempre, la mia correttezza c'è stata sempre. Spero solo di poter rispondere al più presto ai magistrati.

L'inchiesta ora va a Perugia.
Ecco appunto. Vedo nella mia testa questi camion di documenti che vanno alla procura di Perugia, qualcuno dovrà scaricarli, poi classificarli, qualcuno dovrà leggerli. Qui il rischio è che passino mesi. Questo non mi pare proprio giusto.

I rapporti con gli imprenditori?
Quel che viene fuori è che qualcuno pensava di organizzare cose per ingraziarsi i miei favori. Cose che non sono accadute. Io sono il bersaglio, non il promotore.
L'accusa di tangenti.
Questa non solo mi amareggia, ma è addirittura umiliante. Qualcuno pensa che io possa essere così imbecille da sporcarmi le mani e l'onore per 10mila o 50mila euro, quando ho gestito per nove anni di fila appalti per miliardi di euro? Ho gestito la spazzatura in Campania, il termovalorizzatore di Acerra, mi è stato riconosciuto di aver guardato con grande rigore dentro i conti di Impregilo. All'Aquila abbiamo gestito 850 milioni di appalti in poche settimane. Mi sarei sporcato per 10mila o 50mila euro? Il mio stipendio non è quello di certi grand commis o manager di aziende pubbliche, però mi permette di vivere molto dignitosamente. Qui c'è solo una grande speculazione. Ho già detto che forse sta accadendo quel che sospettavo qualche mese fa.

Qualcuno le avrebbe messo una bustina di cocaina in tasca, ha detto. Ma ha qualche sospetto su chi possa essere stato?
Quando, prima di Natale, venne fuori il famoso sondaggio che diceva che per popolarità gli italiani mettevano al primo posto Obama, al secondo Napolitano, al terzo Bertolaso e al quarto il Papa, mi sono detto "qui sono guai". A molti personaggi politici questo non fa piacere.

Pensa che anche nella maggioranza qualcuno abbia goduto per quel che le sta accadendo?
Penso che molti abbiano stappato lo champagne, da ogni parte. Ma io non sono un politico, sono un tecnico che non si è mai appiattito né su Berlusconi né su Prodi né su altri. Ho sempre detto quello che pensavo e non ho risparmiato critiche. La mia forza è la credibilità e qualcuno pensa di minarla, evidentemente, tirandomi dentro vicende e ambienti squallidi con cui non ho nulla a che fare.

Pensa che l'annuncio di Berlusconi che l'avrebbe fatta ministro abbia peggiorato la situazione?
Il presidente non mi ha mai risparmiato la sua fiducia, in un modo forse anche eccessivamente generoso. Se io sono ancora qui è perché Berlusconi e Letta mi hanno sempre confermato questa fiducia. Ma io ho sempre detto che non voglio fare il ministro, bensì andarmene in Africa a costruire gli ospedali per i miei africani. Magari raggranellerò un po' di soldi, per fare quegli ospedali, con le querele che farò ai giornali per le cose di questi giorni.

Lei ha ammesso che qualcosa è sfuggito al suo controllo. Non pensa anche questa possa essere una responsabilità?
Ho detto che non posso escludere che qualcosa mi sia sfuggito durante quello tsunami che nella mia vita è stato lo scorso anno, con una somma insostenibile di responsabilità e di emergenze seguite al terremoto dell'Aquila. Avevo chiesto di andare via proprio perché quel carico di responsabilità era diventato eccessivo.

Oggi è sotto accusa proprio l'eccessivo ricorso ai poteri emergenziali, non solo per le vere emergenze ma anche per grandi eventi e per opere più ordinarie. Non è pentito, non pensa sia stato un errore?
Dire che in Italia la protezione civile deve occuparsi solo di terremoti, vulcani e alluvioni è facile, ma è pura demagogia. In un paese come il nostro, dove non ci sono regole funzionanti e ci sono procedure arrugginite, alla fine tutti chiamano noi, da destra e da sinistra, per fare un'autostrada o una ferrovia, per aprire una discarica, per riattivare un termovalorizzatore, per fare un intervento di bonifica ambientale. E noi cosa dovremmo rispondere, che affrontiamo le emergenze naturali, ma non i problemi di questo paese? Volevo dimostrare che anche in Italia si possono fare le cose bene e che il pubblico può funzionare meglio del privato.

Non sarebbe stato meglio se in questi anni aveste assunto qualche responsabilità in meno?
Che cosa sarebbe successo in questi anni? Glielo dico io. Il passante di Mestre non ci sarebbe. L'Expo non ci sarebbe. E non perché io voglio andare a fare quei lavori, come si è scritto, ma perché il governo Prodi decise che l'Expo era un grande evento ancor prima di andare a Parigi al comitato organizzatore. A Parigi fu scelta Milano perché il governo Prodi potè dimostrare che avremmo seguito procedure capaci di rispettare i tempi.

Bersani ha chiesto le sue dimissioni. Lei ha sempre avuto un sostegno bipartisan. Come la prende?
Mi fa impressione e mi addolora perché si basa su fatti che non ci sono ed è probabilmente una sorta di dazio che Bersani deve pagare a qualcun altro per avere alle prossime regionali una coalizione più ampia del suo partito. Anche perché moltissimi parlamentari del Pd mi hanno mandato messaggi di solidarietà. Non è un mistero per nessuno che io ho più amici nel Pd che nell'attuale maggioranza.

Il decreto legge che istituisce la nuova spa deve andare avanti? Pensa che passerà? C'è qualche distinguo nella maggioranza.
Mi pare poca cosa, credo che andrà avanti. Però voglio ribadire che io lavoro anche senza il decreto legge. Non serve a me per accrescere il mio ruolo. Il decreto legge va fatto per chiudere l'emergenza in Campania e in Abruzzo e per regolarizzare il personale del dipartimento che ha lavorato con dedizione. A questo io tengo. Poi, per quel che riguarda la spa, la vogliono eliminare, cancellare, limitare? Facciano pure, io lavoro lo stesso.

La spa, appunto. Sembra il grande nodo oggi.
Dicono che io voglio accentrare il potere, ma non è così. Avevamo bisogno di una struttura più agile, flessibile, al nostro fianco, al nostro servizio, in modo da essere tranquilli, affidando a questa spa i lavori che oggi siamo costretti ad affidare all'esterno. È proprio quello il punto. Anziché dare fuori lavori delicati, potevamo darli alla nostra spa.

Pensa ancora che la protezione civile debba stare nei grandi eventi?
Le rivelo una cosa che non si sa. Nella prima versione del decreto legge, preparata a settembre, avevo previsto che i grandi eventi sarebbero stati tolti alla protezione civile e sarebbero stati assegnati a un'altra struttura di Palazzo Chigi, creato proprio per questo.

Si sarebbe avvalsa sempre di procedure straordinarie?
Sì certo, ma sarebbe stata separata dalla protezione civile. Però avevamo fatto bene il G-8 e il presidente Berlusconi mi ha chiesto di soprassedere. Forse ho fatto male ad accettare.

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