MOSCA - I dati preliminari sulle "scatole nere" indicano che non era legato a problemi tecnici l'incidente aereo di sabato mattina a Smolensk, dove è rimasto ucciso il presidente della Polonia Lech Kaczynski (con la moglie Maria e buona parte dell'élite politica, militare e finanziaria di Varsavia) mentre conduceva una delegazione di alti ufficiali polacchi a Katyn, a commemorare il massacro dei 22mila ufficiali polacchi perpetrato dai russi di 70 anni fa.

«Il pilota è stato informato delle condizioni meteorologiche, e tuttavia ha deciso di atterrare», ha riferito al primo ministro russo Vladimir Putin, il capo del comitato investigativo della procura di Russia Alexander Bastrykin. «Abbiamo studiato le registrazioni, per ora sono solo dati preliminari, a Mosca verrannno analizzate più in dettaglio, ma lo ripeto: il 'registrato' in nostro possesso conferma che l'aereo non aveva problemi tecnici», ha detto.

Dunque continuerà la decodifica delle scatole nere. Per ora sembra davvero che si sia trattato di errore umano: i piloti polacchi del Tupolev 154, non hanno dato retta alla torre di controllo russa, e nonostante la nebbia si siano azzardati nell'atterraggio fatale che è costato la vita a 96 persone. In base alle prime ricostruzioni, la causa diretta dello schianto sono state le cime degli alberi nascoste dalla scarsa visibilità: un'ala del velivolo vi sarebbe rimasta incastrata. Russi e polacchi stanno comunque lavorando insieme per far luce sulle ragioni del disastro.

In questa stessa foresta la storia ha colpito due volte nel modo più spietato la Polonia, ma i leader russi – Vladimir Putin e Dmitrij Medvedev – stanno facendo di tutto per allontanare lo spettro di quel che avvenne allora dopo il massacro, quando l'Unione Sovietica per decenni negò le proprie responsabilità e attribuì la colpa ai nazisti. Putin e il premier polacco Donald Tusk avevano imboccato soltanto mercoledì scorso la lunga strada della riconciliazione, ora messa alla prova.

Nella notte di sabato il primo ministro russo ha accolto Tusk sul luogo della tragedia, lo ha abbracciato di fronte ai fiori e ai resti dell'aereo, un Tupolev-154 che a poche centinaia di metri dalla pista di atterraggio ha perso il controllo e si è inclinato sulla sinistra, ha troncato le cime degli alberi, è precipitato disintegrandosi e prendendo fuoco. La tragedia non ha lasciato superstiti tra le 96 persone a bordo: insieme al presidente sono morti la moglie Maria, il governatore della Banca centrale Slawomir Skrzypek, il capo di stato maggiore Franciszek Gagor e i comandanti di Esercito, Aviazione e Marina, il viceministro della Difesa Stanislaw Komorowski. E tanti altri funzionari e politici, insieme a un gruppo di familiari delle vittime di 70 anni fa, i 22mila ufficiali polacchi sterminati dalla polizia segreta di Stalin.

La salma del presidente è stata trasferita nel pomeriggio di domenica a Varsavia. Tutta la Polonia si è raccolta in due minuti di silenzio in memoria delle vittime. A Smolensk era venuto nella notte a riconoscerlo il fratello gemello Jaroslaw, che soltanto all'ultimo minuto, sabato mattina, aveva rinunciato a partecipare allo stesso viaggio. A Mosca invece sono state trasferite tutte le altre salme, per il riconoscimento, pian piano arrivano nella capitale russa i familiari delle vittime. Il sindaco Jurij Luzhkov ha messo a loro disposizione alberghi, mezzi di trasporto, assistenza psicologica.

La Procura russa ha aperto un'inchiesta penale sull'accaduto, per violazione delle misure di sicurezza aerea: nell'ora dell'incidente su Smolensk pesava una nebbia fitta, e secondo un rappresentante del piccolo aerodromo militare della città, non lontana dal confine con la Bielorussia, il pilota del Tupolev-154 del presidente aveva insistito per atterrare – forse ormai a corto di carburante - malgrado l'ordine dei controllori di volo russi e bielorussi di spostarsi su Minsk. L'aereo – in servizio dal 1990 - è precipitato al quarto tentativo.

Sabato il presidente Dmitrij Medvedev ha proclamato il 12 aprile giornata di lutto per la Russia, e si è rivolto in tv ai polacchi: «Cari amici – ha detto – in questi giorni abbiamo pianto insieme le vittime dei tempi del totalitarismo. Ora ogni russo divide con voi questo dolore». Lo dimostrano i fiori e le candele che i moscoviti hanno iniziato a posare fin dalle prime ore del mattino di fronte all'ambasciata della Polonia. «Questa tragedia ci renderà più vicini», ha detto all'agenzia Ria Novosti un cittadino russo di origine polacca.


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