PRAGA – Il vertice di Praga, il vertice del disarmo nucleare e del recupero di un ruolo di governance europeo del binomio Washington Mosca si è improvvisamente fatto rovente dopo le sommosse popolari in Kyrgystan e la fuga del Presidente Kurmanbek Bakiyev dalla capitale, Bishkek. Obama e Medvedev hanno già cominciato i loro incontri questa mattina. Dureranno un paio d'ore e, secondo indiscrezioni raccolte in ambienti vicini alla Casa Bianca, il presidente americano affronterà la questione Kyrgystan, paese dove gli Stati Uniti hanno un'importante base aerea per gestire il flusso delle truppe nella guerra in Afghanistan. Bakiyev, un despota odiato dalla popolazione, aveva sfruttato la concorrenza fra Mosca e Washington, giocando al rialzo per l'affitto della Base americana. Quando Mosca offrì ingenti finanziamenti al piccolo stato di appena 5 milioni di abitanti in cambio della chiusura della base americana, Washington rilanciò e Bakiyev alla fine decise di stare con gli americani. Mosca reagì stizzita: la base aerea americana non è gradita perché troppo vicina ai suoi confini. Adesso, proprio in coincidenza con il vertice, la rivolta popolare, le dimostrazioni, i morti e la costituzione di un governo provvisorio guidato da Roza Otunbaieva, che ha condotto la rivolta, cambia l'umore del dialogo fra Russia e Stati Uniti. La Otunbaieva ha già parlato questa mattina con Vladimir Putin ma ha anche fatto sapere che per il momento non intende chiudere la base americana nel suo paese, ma ha detto che «quasi certamente chiederemo un aumento dell'affitto».

Nel frattempo la base ha per il momento già interrotto le operazioni militari e gli aspetti logistici per il movimento truppe sono diretti su altre risorse americane nella regione. Possibile che la coincidenza della sommossa con questo vertice sia stata casuale? Fonti informate al seguito di Medvedev lo escludono nel modo più assoluto, affermando che Roza Otunbaieva ha buoni rapporti con Mosca ma anche con gli Stati Uniti e che la sommossa è stata determinata dall'odio radicato fra la popolazione nei confronti di Bakiyev.

Alcuni analisti, e fra questi Reginald Dale del Center for Strategic and International Studies sospettano invece che vi sia un chiaro segnale per Washington da parte di Mosca, la sfera d'influenza che fu dell'Unione Sovietica resta patrimonio della Russia, di Putin e Medvedev. Obama ospiterà questa sera all'ambasciata americana a Praga una cena con gli 11 paesi dell'Europa centrale membri della Nato che si sentono trascurati da Washington in nome di una nuova sintonia tra Stati Uniti e Russia che secondo loro servirà a poco e, anzi, aumenterà l'arroganza di Mosca nei loro confronti.

Il nuovo trattato sostituisce il trattato start in scadenza lo scorso dicembre e che riduce del 30 % le testate nucleari a un numero massimo di 1.550 testate. Ci sarà una limitazione a 800 dei missili intercontinentali a bordo di sottomarini e bombardieri, attenzione, di quelli schierati e non da ciascuno dei due paesi e nuove importanti misure di verifica che prima non eistsevano per le installazioni nucleari, per lo scambio di dati, oltre che la notifica reciproca degli armamenti offensivi e dei siti nucleari.

In tutto questo Washington ritiene che il testo del trattato non imponga alcun vincolo ai test, allo sviluppo o allo schieramento di sistemi di difesa antimissile statunitensi, in atto o programmati e dunque schieramenti minori in Romania e Polonia e schieramenti su portaerei, per neutralizzare un possibile attacco iraniano. Il testo non impedisce neppure i progetti americani in termini in materia di missili convenzionali a lunga gittata. Per Obama doveva essere l'occasione per lanciare un primo importante trattato internazionale anche in vista del vertice di Washington sempre in materia nucleare che si terrà lunedì e martedì prossimo. Ma, a sorpresa, l'appuntamento di Praga potrebbe trasformarsi per il Presidente americano nell'ennesimo avvertimento su quanto pericolose siano le acque del realpolitick internazionale rispetto all'idealismo di un messaggio pacifista.

«Sembrava una missione impossibile fino a pochi mesi ma l'abbiamo compiuta - ha detto Medvedev che ha confermato che si recherà in visita negli Stati Uniti la prossima estate - è un risultato che tiene conto degli interesse di entrambi, una win win situazione per tutti. Crediamo che il trattato può funzionare solo se non ci saranno modifiche quantitative o qualitative degli schieramenti delle armi strategiche....» Un riferimento alla questione della difesa antimissile su cui l'America si riserva il diritto di procedere per proteggere «il popolo americano» come ha detto lo stesso Obama durante la conferenza stampa.
Medvedev ha anche affrontato la questione delle sanzioni contro l'Iran confermando la disponibilità russa a sottoscriverle, anche se ad alcune condizioni: «Le sanzioni da sole non ottengono risultati, le sanzioni debbono essere intelligenti non solo alla non proliferazione ma anche evitare il rischio di catastrofi umanitarie per il popolo iraniano... E dunque continueremo il dialogo anche su questo punto...»

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