Raramente nel calcio si è voltato pagina così radicalmente come sta avvenendo oggi alla Juventus, reduce da una stagione deludente, frutto di una gestione ondivaga e in un'ultima analisi fallimentare. I numeri che riassumono il campionato juventino ne sono lo specchio: 16 vittorie, 7 pareggi e 15 sconfitte, cui si aggiungono 56 gol subiti, un numero addirittura superiore a quelli realizzati, 55. Con un settimo posto finale - a meno 27 punti dall'Inter vincitrice dello scudetto - i preliminari di Europa League da giocare a fine luglio, in casa Juve parte un processo di rifondazione di grande spessore, che punterà a portare la Vecchia Signora a centrare subito il riscatto dalla sua stagione peggiore e a ritornare competitiva su tutti i fronti.

Una rivoluzione profonda nella società
Mai era avvenuta una rivoluzione così profonda nella società bianconera, nota per la prudenza e l'attenta valutazione delle scelte da compiere, effettuate senza fretta, senza alterare e turbare l'ambiente del club. Per andare ad una situazione simile a quella attuale, bisogna tornare alle stagioni 70/71 e 90/91, ma anche in quelle occasioni il riassetto non fu così radicale, perché ora sono stati cambiati praticamente tutti i ruoli nell'organigramma societario.

Un nuovo presidente, un nuovo dg, un nuovo allenatore
La Juventus 2010/2011 avrà un nuovo presidente, nella persona di Andrea Agnelli, con funzioni operative; un nuovo direttore generale, Beppe Marotta, come responsabile unico dell'area tecnica, che viene così tolta a Jean Claude Blanc, nonostante il francese rimanga per ora amministratore delegato (ma non sono neppure esclusi clamorosi colpi di scena già in estate); un nuovo allenatore, Gigi Del Neri, con relativo nuovo preparatore atletico, Roberto De Bellis; un nuovo capo degli osservatori, Fabio Paratici, che prende il porto di Renzo Castagnini, mentre il ruolo di direttore sportivo, ricoperto fino a ieri da Alessio Secco, sparisce. Ci sarà un nuovo medico sociale, con il ritorno di Fabrizio Tencone al posto di Bartolomeo Goitre, mentre partirà anche il responsabile commerciale Marco Fassone. Anche il vice-direttore generale, Roberto Bettega, tornato a fine dicembre per cercare di invertire la rotta, sembra destinato a fare le valigie.

La Juve di Boniperti e di Chiusano
Niente a che vedere, insomma, con la stagione d'esordio nella veste di dirigente di Giampiero Boniperti, che assunse la carica di presidente e amministratore delegato chiamando Armando Picchi per ripartire dai giovani e lasciando partire molti campioni non per demerito, ma per un fatto anagrafico; oppure con la stagione dell'arrivo di Luca Montezemolo, che portò in panchina Gigi Maifredi, ma in un contesto diverso, perchè il club era saldamente in mano all'avvocato Agnelli (presidente era Vittorio Chiusano) e nessuna decisione veniva presa senza il suo assenso.

Rivoluzione anche in campo
La rivoluzione, questa volta per precise ragioni di fallimento sportivo, si estenderà anche al campo: sono almeno dieci i giocatori in partenza e forse sarebbero anche di più se non ci fosse un'oggettiva difficoltà a piazzare alcuni pezzi di mercato come Diego, Melo, Amauri, lo stesso Buffon. Ma la lista dei possibili partenti è ampia e comprende anche Cannavaro, Grosso, Trezeguet, Zebina, Camoranesi, Sissoko e Poulsen. Per Diego, grande scommessa fallita della Juve di Blanc, l'arrivo di Del Neri non è certo una buona notizia, perchè il 4-4-2 dell'ex tecnico blucerchiato è ancora più rigido di quello di Ranieri, che appunto aveva bocciato il brasiliano ex Werder Brema due stagioni fa.

Subito al lavoro per la prossima stagione
L'insediamento del nuovo staff avverrà in tempo record, perchè il nuovo progetto parte da subito e di conseguenza anche il mercato bianconero. Si profila un impegno ulteriore sul mercato da parte della società e della nuova presidenza, pur nell'ambito di un modello che da molto tempo persegue le logiche del fair play finanziario. Andrea Agnelli tenterà colpi importanti (uno su tutti Ribery), perché la Juve grigia dei Poulsen e dei Tiago non solo non ha fatto sognare i tifosi, depressi e incattiviti, ma si è anche dimostrata perdente. In ogni caso, questo è certo, sarà completamente diversa da quella attuale. (M. Do)


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