Messi sotto processo nelle aule del parlamento come tra le code degli uffici pubblici, sul finire del secondo annus horribilis della crisi, gli economisti vengono riabilitati dalla classifica dei 100 pensatori-guida del 2009 pubblicata da Foreign Policy. Quasi un quarto dei «fautori delle grandi idee che hanno dato sostanza al nostro mondo» sono a capo di istituzioni che gestiscono la crisi (al 1° posto il capo della Federal Reserve Ben Bernanke, che ha «evitato una nuova Grande Depressione») o liberi pensatori (come Joseph Stiglitz della Columbia University) che ogni giorno cercano risposte tra visioni in cifre e teorie del secolo scorso. Ecco i primi 15 (Clicca sulle foto per vedere il profilo) e l'elenco dal 16esimo al 100esimo.
 | Ben Bernanke
Presidente della Fed Stati Uniti |  | Barack Obama
Presidente degli Stati Uniti d'America |  | Zahra Rahnavard
Politologa e riformista Iran |
 | Nouriel Roubini
Economista della New York University |  | Rajendra Pachauri
Responsabile per l'ambiente India |  | Bill e Hillary Clinton
Ex presidente e segretario di Stato Stati Uniti |
 | Richard Thaler e Cass Sunstein
Consigliere ed economista all'ateneo di Chicago |  | David Petraeus
Comandante del Central Command Usa |  | Zhou Xiaochuan Governatore della Banca popolare di Cina |
 | Sayyid Imam al-Sharif
Teologo e detenuto Egitto |  | Fernando H. Cardoso
Ex presidente del Brasile |  | Bill Gates
Filantropo della Bill e Melinda Gates Foundation |
 | Dick Cheney
Ex vice presidente degli Stati Uniti |  | Larry Summers
Segretario al Tesoro degli Stati Uniti |  | Martin Wolf
Editorialista del Financial Times Gran Bretagna |
A tenere alta la bandiera del riscatto, Nouriel Roubini della New York University (4° classificato), definito dal bimestrale americano una «Cassandra dell'economia» a causa delle sue previsioni catastrofiche sulle conseguenze dello scoppio della bolla immobiliare americana: «A volte serve una crisi per trasformare un pazzo in un profeta», scrive Foreign Policy.
Profeti e visionari non mancano nella lista: dall'evergreen Bill Gates (12°) che «ha portato l'efficienza di Microsoft al più povero dei poveri», a Chris Anderson, direttore di Wired, bibbia americana dell'innovazione, per «il pensiero all'avanguardia sul mercato delle idee online». Se l'amministrazione Obama esce pluripremiata, a partire dal secondo posto concesso al Presidente fino al 6° per il segretario di stato Hillary Clinton (pari merito con il marito Bill), anche personaggi controversi come il generale Petraeus, a capo dell'U.S. Central Command (8°), e il capo-consigliere economico della Casa Bianca Larry Summers (14°), trovano posto nel paradiso editoriale dei global thinkers.
Spiccano le donne simbolo del 2009: la riformatrice iraniana Zahra Rahnavard «mente della Rivoluzione verde» (3°); la leader birmana Aung San Suu Kyi (26°) e il premio Nobel per l'economia Elinor Ostrom (28°). Infine due scrittori: il peruviano Mario Vargas Llosa(63°) «per sfidare la fiction dell'utopia socialista» e l'israeliano David Grossman (94°) «per dimostrare come sionismo e pacifismo possono coesistere». Un omaggio alla letteratura che suona come un monito: perché se le idee da cui nascono i romanzi non possono salvare il mondo, contribuiscono certo a migliorarlo.
(S. Da.)