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Questo articolo è stato pubblicato il 07 dicembre 2010 alle ore 08:00.
Iniziata con grandi aspettative, la riunione di ieri dell'Eurogruppo, a Bruxelles, si è conclusa poco prima delle 22 senza nessuna nuova decisione e con la bocciatura delle due proposte sottoposte ai ministri delle Finanze per rafforzare la stabilità dell'Eurozona di fronte alla crisi del debito sovrano e agli attacchi dei mercati contro le sue economie più vulnerabili
Ecco il testo integrale della lettera di Tremonti e Juncker che chiedono l'adozione dei titoli di stato per l'area euro.
Nonostante le recenti decisioni delle autorità monetarie e finanziarie europee, i mercati dei titoli di stato rimangono sotto forte pressione. L'Europa deve formulare una risposta forte e di sistema alla crisi, deve inviare un messaggio chiaro ai mercati globali e ai cittadini europei sul nostro impegno politico nei confronti dell'unione economica e monetaria e sull'irreversibilità dell'euro.
Un modo per farlo è lanciare gli E-bond, titoli di Stato europei emessi da un'Agenzia europea del debito(Eda) che dovrebbe prendere il posto dell'attuale Fondo europeo per la stabilità finanziaria. È fondamentale fare in fretta. Il Consiglio europeo potrebbe cominciare a muoversi per creare l'Eda già questo mese, con il mandato di raggiungere gradualmente un ammontare di titoli circolanti equivalente al 40% del Pil della Ue e di ogni stato membro.
In questo modo si arriverebbe alle dimensioni sufficienti a farne il mercato obbligazionario più importante d'Europa, raggiungendo progressivamente una liquidità comparabile a quella dei buoni del Tesoro Usa. Ma per conseguire questo obiettivo servono due misure ulteriori: come prima cosa, l'Eda deve finanziare fino al 50% dei titoli emessi dagli stati membri, per creare un mercato esteso e liquido. In circostanze eccezionali, per quei paesi che hanno difficoltà a collocare i loro titoli sui mercati, questo finanziamento potrebbe essere portato fino al 100 per cento. Come seconda cosa, l'Eda dovrebbe offrire la possibilità di scambiare i titoli nazionali esistenti con gli E-bond.
Il tasso di conversione sarebbe alla pari, ma lo switch verrebbe effettuato tramite un'opzione di sconto, verosimilmente maggiore per quei titoli maggiormente sotto pressione. Conoscendo in anticipo l'evoluzione di questi spread, gli stati membri avrebbero un forte incentivo a ridurre il loro deficit. Gli E-bond metterebbero un freno agli sconvolgimenti sui mercati del debito pubblico e bloccherebbero le ripercussioni negative sui mercati nazionali.