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Questo articolo è stato pubblicato il 06 aprile 2011 alle ore 06:39.
Questa disperante scarsità di fondi (spiegata, quando non rivendicata da Alfano, come una sana sfida agli sprechi del passato) finisce col rinfocolare periodicamente storiche diffidenze tra toghe e ministero, che si accusano reciprocamente di sordità, scarsa collaborazione, autoreferenzialità; con ricaduta d'incontri disertati, commissioni miste svuotate di senso, statistiche dissonanti, allocazione di risorse contestate. Giova ricordare che le risorse le maneggia soltanto il Governo.
Quanto alle toghe, la loro lunga tradizione di assoluto immobilismo, di corporativismo e di sfrenati giochi di correnti interne, merita qualche ruvido rilievo da parte dei gestori della spesa; ma peggio delle critiche è quella certa sufficienza con cui Roma guarda agli sforzi degli uffici in materia di organizzazione, managerialità, miglioramento del servizio, in presenza di organici decimati e zero risorse. Se gli uffici vengono pubblicamente lodati (e c'è tutta una convegnistica ad hoc sul tema) cala il silenzio quando si tratta di recepirne e magari diffonderne le indicazioni più valide e innovative. Come sta accadendo per il Pct. Decantato per mesi come la giustizia civile del futuro, ancora oggi Via Arenula ne ipotizza varianti quando non alternative: «E noi aspettiamo da un anno le regole tecniche - dice il giudice fiorentino Luca Minniti - indispensabili perché la Regione possa aprire il punto di accesso». Un ritardo incomprensibile, un costo in più per tutti: utenti, Stato, avvocati.
Il mondo produttivo punta il dito contro «l'organizzazione estremamente inefficiente di gran parte degli uffici» senza risparmiare critiche a norme confuse e interessi corporativi degli avvocati, responsabili di quegli «incentivi che inducono ad avviare un numero spropositato di cause e a prolungarne la durata». I rimedi? «Italia 2015» ne indica otto, ma non è affatto certo che il 2011 potrà essere ricordato come l'anno della rinascita o almeno della svolta della giustizia civile.
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