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Questo articolo è stato pubblicato il 08 agosto 2011 alle ore 08:20.
L'ultima modifica è del 08 agosto 2011 alle ore 08:58.

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La terza salita, quella da Malaucène, mi sembra la più dura, forse perché è l'ultima e la effettuo tutta sotto un sole cocente. Presenta un dislivello di 1.570 metri ed è lunga 21 Km, 4 dei quali hanno oltre il 9,5% di pendenza media con punte superiori al 10-11 per cento. Rispetto al cosmopolita percorso da Bédoin su questo versante incontro solo isolati ciclisti locali che scendono a valle. Non c'è acqua da nessuna parte. Sorseggio con prudenza i pochi liquidi rimasti nella borraccia. Poco dopo le due del pomeriggio sono in cima per la terza volta: eccomi diventato "forzato" del Mont Ventoux!

Ma la giornata non è finita. A sera nella piazzetta di Sault i bar e i ristoranti hanno i televisori accesi: sta per cominciare la finale del Mondiale di calcio allo Stadio Olimpico di Berlino tra Italia e Francia. Ceniamo in un ristorantino all'aperto con gli occhi fissi sul maxischermo di un bar vicino. Io e i miei famigliari siamo tra i pochi italiani nella cittadina francese e quando l'Italia va sotto di un gol, Sault sembra venirci addosso con un urlo gigantesco. Ma poi pareggiamo, Zidane viene espulso e vinciamo ai rigori vendicando gli Europei del 2000.

In questo momento in cui ciclismo e calcio sembrano fondersi nella mia personale esperienza in un tutt'uno, mi tornano alla memoria i versi della canzone di Paolo Conte dedicata a Bartali, con i "francesi che s'inca...no". I cittadini di Sault sono ammutoliti e nel dopo partita qualcuno viene persino ad ammirare la mia Colnago e mi chiede di poter accarezzare la sua vernice setosa mentre carico in auto i bagagli. Con malcelata soddisfazione spiego anche a loro le ragioni della forza del Made in Italy. Che straordinario giorno è stato il 9 luglio 2006!

L'indomani, dopo aver acquistato una copia di un quotidiano locale con una foto di Zidane in lacrime a tutta pagina, ripartiamo verso Gap e Briançon con la piacevole sensazione che danno le gambe un po' stanche dopo aver fatto del sano ciclismo e con la convinzione che essere italiani a volte è un godimento superlativo.

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