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Questo articolo è stato pubblicato il 14 settembre 2011 alle ore 08:42.
L'ultima modifica è del 14 settembre 2011 alle ore 09:14.

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Raramente s'è visto sui mercati un così convulso agitare di voci e di pseudo-notizie in gran parte fasulle, come è successo ieri. Sicché è netta la sensazione che la partita che s'è giocata sulle borse sia stata ieri ancor più sporca di altre occasioni nel corso di questa crisi. Non sono mancate nemmeno le polpette avvelenate lanciate, più o meno consapevolmente, da alcuni rispettabilissimi organi d'informazione.

Micidiale quella destinata a Bnp e arrivata dal Wsj che, citando una fonte anonima, sosteneva che la banca francese non era più in grado di finanziarsi in dollari e aveva dovuto crearsi un mercato in euro. «Speriamo che funzioni, altrimenti la spirale al ribasso sarà infernale», raccontava l'anonimo. Bnp, in mattinata, arriva a perdere il 12% e SocGen, già presa di mira dal Daily Mail, l'8%.
L'anonimo riportava una sostanziale verità, mescolata però a conclusioni esagerate. Infatti è vero che parecchie banche europee hanno problemi a finanziarsi in dollari; in particolare le francesi, data la loro forte esposizione ai titoli di Stato a rischio (quelli italiani sono in grande quantità) e dato il valore complessivo dei loro attivi, equivalenti a 3 volte il Pil nazionale.

Ma se è difficile per il sistema approvvigionarsi direttamente in dollari, è anche vero che esistono altre soluzioni: finanziarsi con la mediazione della Bce, che ha una finestra costantemente aperta con la Fed, oppure semplicemente prendendo euro da trasformare in dollari con operazioni swap. Costa un po' di più, spiega il tesoriere di una grande banca italiana, ma risolve il problema.
Secondo il tesoriere, è una polpetta avvelenata perché la notizia, riportata in quel modo, finisce per fare l'interesse delle grandi banche d'investimento internazionali. Sarebbero state queste a vendere ieri, in maniera diretta o consigliando in tal senso i clienti, come s'era visto con Goldman Sachs la scorsa settimana. Quando titoli come Bnp o SocGen fanno escursioni in poche ore di oltre 20 punti percentuali, significa che s'è venduto pesantemente allo scoperto, prima, e si sono ricoperte precipitosamente le posizioni, poi.

Ancor più difficile è capire perché le borse, in caduta fino a mezzogiorno, complice anche una poco entusiasmante asta di BTp chiusasi a rendimenti più alti di quelli di mercato, siano invece finite in rialzo. Di certo ha giovato una ridda di voci: quella di un imminente comunicato sulla Grecia, che non c'è stato, quella di incombenti acquisti di titoli italiani da parte del fondo sovrano cinese (sostanzialmente falsa), di accordi prodigiosi, ma tutti da verificare, tra Angela Merkel e Nicolas Sarkozy, di presunti acquisti di azioni da parte della statale Caisse des dépôts. Era come se il mercato si muovesse nervosamente sulle notizie, racconta un operatore tedesco; oppure se reagisse come un grande hedge fund global macro, secondo un gestore di Natixis. Ma, da fuori, s'è avuta l'impressione che le borse fossero in preda a una sorta di isteria speculativa che a tratti ha raggiunto il parossismo.

Precisazione dell'autore
È vero che Goldman Sachs la scorsa settimana aveva espresso giudizi negativi sull'intero settore bancario europeo, ma, nel caso di SocGen aveva mantenuto il rating buy. Per questo, la banca d'investimento afferma d'essere estranea al ribasso subito dal titolo martedi.

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