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Questo articolo è stato pubblicato il 14 settembre 2011 alle ore 20:20.

Il presidente francese Nicolas Sarkozy e il cancelliere tedesco Angela Merkel sono «convinti» che l'avvenire della Grecia sia nella zona euro: è quanto si legge in un comunicato diffuso dall'Eliseo, al termine della conference call tra i due leader e il premier greco, George Papandreou.
Secondo quanto riporta la presidenza francese, Merkel e Sarkozy hanno sottolineato«l'importanza che riveste la messa in pratica rigorosa ed effettiva del programma di riassetto dell'economia greca sostenuto dai Paesi della zona euro e dal Fmi e che condiziona il versamento delle future tranche di aiuti». La riuscita del piano di risanamento della Grecia - conclude il comunicato - «supporterà la stabilità della zona euro».
Papandreou, prenderemo misure necessarie per rispettare impregi
Il primo ministro greco «ha confermato la determinazione assoluta del suo governo a prendere tutte le misure necessarie per mettere in pratica tutti gli impegni sottoscritti». Entro la fine della settimana sarà convocato un Consiglio dei ministri con all'ordine del giorno un piano di chiusure e di accorpamenti di organismi pubblici mentre entro 15 giorni il governo greco approverà una griglia unica per i contratti ed i salari dei dipendenti pubblici.
Pressing anche da Ue e Fmi
L'Unione Europea ed il Fondo Monetario Internazionale avevano già protestato chiedendo che queste misure, già votate, fossero concretamente implementate al più presto. Un altra misure decisa sotto la pressione dei creditori, dovrebbe essere un'iposta straordinaria sulle proprietà immobiliari anche se con modalità ancora da definire.
Fronda anti-Merkel, imbarazzo a Berlino
A gettare benzina sul fuoco sono nel frattempo intervenute le parole di due ministri del governo tedesco. Parole che testimoniano la diffusa contrarietà in Germania alle ipotesi di Eurobond e di piani per il salvataggio a tutti i costi di Atene. Peter Ramsauer, ministro dei Trasporti, in mattinata ha detto senza mezzi termini che un'uscita della Grecia dall'euro «non sarebbe la fine del mondo». Eventualità non esclusa neppure dal ministro dell'Economia di Berlino, Philip Roesler, che nel corso della sua visita a Roma ha detto che è «importante il fatto che si possa riflettere e ragionare su tutte le possibili ipotesi» mentre sugli Eurobond ha detto «espressamente no» precisando che «questo è il parere del governo tedesco». Dichiarazioni che hanno costretto la Merkel a fare intervenire il suo portavoce, Steffen Seibert, per dire che in questa situazione «quello che il governo afferma, la sua politica di comunicazione, deve essere parte della soluzione del problema» e non parte di esso.
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