Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 01 ottobre 2011 alle ore 09:34.

My24

I mercati finanziari stanno indirizzando il mondo verso un'altra Grande depressione, dalle incalcolabili ripercussioni politiche. Le autorità, soprattutto in Europa, hanno perso il controllo della situazione. Devono recuperarlo, e devono farlo senza indugio. È indispensabile quindi dare il via a tre audaci provvedimenti.

Primo: i governi della zona euro devono approvare in linea di principio un nuovo trattato che porti alla creazione di Tesoro comune per la zona euro. Secondo, le banche più grandi devono essere assoggettate alla guida della Bce in cambio di una garanzia transitoria e di una ricapitalizzazione permanente. Terzo, la Bce dovrebbe permettere a paesi quali Italia e Spagna di rifinanziare a breve termine il loro debito a un costo estremamente basso. Questi primi passi tranquillizzerebbero i mercati e offrirebbero all'Europa il tempo necessario a mettere a punto una strategia per la crescita senza la quale il problema del debito resterà irrisolto.

Dal momento che la formulazione di un trattato della zona euro che istituisca un Tesoro comune richiederà sicuramente molto tempo, nel frattempo gli stati membri dovranno rivolgersi all'autorità finanziaria che già esiste, la Bce, affinché essa colmi il vuoto che si è creato. Nella sua forma attuale questo embrione di Tesoro comune - il cosiddetto fondo salva-stati, l'European financial stability facility - è solo un erogatore di fondi. In che modo tali fondi siano spesi è lasciato all'iniziativa dei singoli stati membri. Permettere che l'Efsf collabori con la Bce rende necessaria un'agenzia intergovernativa di nuova creazione, che dovrà essere autorizzata dal Bundestag tedesco e forse anche da altri parlamenti della zona euro.

Il compito più immediato da assolvere consiste nel dotarsi di tutte le necessarie tutele nei confronti di un contagio innescato da un possibile default della Grecia. In particolare, occorre tutelare due entità particolarmente vulnerabili: le banche e i titoli di stato di paesi quali Italia e Spagna. Per riuscire in tali imprese correlate al resto, l'Efsf dovrebbe essere utilizzato fondamentalmente per garantire e ricapitalizzare le banche. Quelle sistemicamente più importanti dovrebbero approvare l'Efsf per conformarsi a quanto prevede in materia la Bce finché tali garanzie saranno valide. Le banche che si rifiuteranno di farlo non saranno garantite, ma un numero sufficiente di loro accetterà quasi sicuramente di fornire alla Bce la massa critica necessaria.

A quel punto la Bce potrebbe predisporre che le banche mantengano attive e operative le loro linee di credito e i loro portafogli prestiti, pur monitorando da vicino i rischi nei quali potrebbero incorrere per i loro stessi conti. Questi provvedimenti arresterebbero il deleveraging concentrato che è una delle cause principali della crisi. Una volta portata a termine la ricapitalizzazione, infine, si toglierebbero incentivi al processo di deleveraging, e a quel punto le garanzie cautelative potrebbero essere eliminate.

Per alleviare la pressione dei titoli di stato di paesi come l'Italia, la Bce dovrebbe abbassare il suo tasso di sconto: ciò incoraggerebbe di conseguenza i paesi coinvolti a finanziarsi interamente tramite l'emissione di buoni del tesoro e le banche sarebbero a loro volta indotte a comperarli. Le banche potrebbero abbassare ulteriormente il prezzo dei titoli per la Bce, ma non lo faranno fino a quando guadagneranno di più da essi che dal denaro liquido.

Tutte queste misure consentirebbero alla Grecia di entrare in default senza provocare uno sfacelo globale, il che non significa naturalmente che la Grecia dovrebbe essere costretta a entrare in default. Qualora la Grecia rispettasse i propri obblighi, l'Efsf potrebbe sottoscrivere un piano "volontario" di ristrutturazione di circa 50 centesimi sull'euro, diciamo. L'Efsf avrebbe sufficienti capitali residui per garantire e ricapitalizzare le banche europee, lasciando all'Fmi il compito di ricapitalizzare le banche greche.

Io credo che questi provvedimenti potrebbero veramente porre fine alla fase più acuta della crisi dell'euro tamponandone per così dire le due cause principali (debolezza delle banche e sovranità vulnerabili), e rassicurando i mercati sul fatto che una soluzione a più lungo termine è in vista.

Sono attualmente allo studio molte altre proposte, perché le autorità finalmente si sono rese conto che continuare a procrastinare le cose gingillandosi con le quisquilie e "prendendo a calci una lattina per strada" li ha portati di fatto in un vicolo cieco. La maggior parte di tali proposte punta a dar la scalata all'Efsf trasformandolo in una banca, una compagnia assicurativa, una società di progetto che si accolli la parte maggiormente a rischio della partnership pubblico-privata.

La strada dei provvedimenti sin qui prospettata non richiede un leveraging o di aumentare i volumi dell'Efsf, ma è più radicale, in quanto metterebbe le banche europee sotto il controllo europeo. Quasi certamente ciò scatenerà l'opposizione sia delle banche sia delle autorità nazionali, ma si tratta pur sempre di un'opposizione che soltanto le pressioni dell'opinione pubblica potranno superare.
(Traduzione di Anna Bissanti)

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi