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Questo articolo è stato pubblicato il 15 ottobre 2011 alle ore 08:14.

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Da un messaggio successivo, intitolato «l'Italia ha risposto alla richieste di assistenza nella guerra», si scopre che il Governo italiano ha permesso «124 decolli/atterraggi di C-17 Globemaster da Aviano, il più massiccio movimento di C-17 a fini di guerra mai verificatosi, il completamento di circa 1.300 missioni da Sigonella e... voli charter che hanno trasportato circa 8mila truppe». Conclusione dell'ambasciata: «Abbiamo ottenuto tutto quello che abbiamo chiesto in termini di accesso alla basi, transito e uso dello spazio aereo… Il primo ministro Berlusconi è stato visibilmente sollevato dal fatto che a gennaio il presidente Bush gli ha anticipato che gli Usa non intendevano chiedere truppe da combattimento all'Italia, ma praticamente tutto quello che il Governo Usa ha chiesto è stato concesso… il Governo Berlusconi ha portato fino al limite dello stato di belligeranza un Paese profondamente contrario alla guerra. Senza le pressioni del Vaticano, la forte opposizione politica e pubblica e un certo disagio sull'uso della forza all'interno della stessa coalizione governativa, forse avrebbe fatto anche di più. Comunque sia, pur non avendo partecipato ai combattimenti ha contribuito in modo fondamentale alla vittoria nella guerra in Iraq».
Ma quell'aiuto così importante potrebbe non essere stato concesso se gli italiani avessero conosciuto il testo dell'articolo 2 del Bia. A farlo pensare è un'altra rivelazione di quello stesso messaggio dell'ambasciatore Sembler: «Cosa di importanza forse ancor più critica: con il nostro aiuto il Governo italiano ha fatto in modo che il Presidente Ciampi non facesse scattare l'allarme costituzionale sull'assistenza italiana… Quando il presidente ha visto in televisione che la 173a brigata aviotrasportata, da Vicenza era stata impiegata nell'Iraq del nord, a quanto riportato in un'operazione di carattere offensivo, la sua prima reazione è stata che il Governo italiano aveva violato il trattato… Il Governo italiano, a stretto contatto con l'ambasciata, si è poi impegnato per assicurarsi che Ciampi non mettesse in dubbio la costituzionalità dell'impiego delle truppe». Il riferimento è all'articolo 11 della Costituzione italiana: «L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla libertà degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali».
Altra concessione del Governo italiano meno probabile con il testo del trattato bilaterale non più segreto è quella sullo stanziamento a Sigonella degli aerei-spia U2 da utilizzare in operazioni in Medio Oriente. Il motivo è spiegato da un altro cable segreto del 16 ottobre 2003: «Poiché le forze Usa in Italia sono presenti sotto gli auspici della Nato, i Governi italiani sono prontissimi a dare pieno supporto alle operazioni dell'Alleanza atlantica, anche quando il supporto politico e pubblico per una specifica operazione (vedi Kossovo) è debole. Lo stesso vale per missioni condotte con autorizzazione Onu… ma quando un'operazione non ha l'imprimatur internazionale, la risposta italiana dipende da una serie di fattori ad hoc, da esigenze politiche e dal tipo di Governo che c'è».
Da quel cable risulta chiaro che tra i Governi più recenti quello retto da Silvio Berlusconi nei primi cinque anni del Duemila è stato il loro preferito. «Il Governo Berlusconi: un'opportunità unica per chiudere i nuovi accordi tecnici sulle basi», si intitola un paragrafo di quel messaggio. Che continua così: «Il nuovo accordo-quadro del 1995 prevede la sigla di accordi tecnici (o TA nel suo acronimo inglese, ndr) per ognuna delle basi usate dalle forze Usa. Ma dopo quasi due anni di negoziati, nessun TA è stato ancora finalizzato… Il Governo Berlusconi fornisce un'opportunità senza precedenti… A nostro giudizio nessun futuro Governo potrà offrire condizioni più favorevoli. E visto che si terranno le elezioni nella primavera del 2006, o forse anche prima, è bene accelerare il negoziato dei TA, incluso quello di Sigonella, se vogliamo ottenere le condizioni migliori possibili per le forze armate degli Stati Uniti. La nostra raccomandazione è che il Governo Usa finalizzi quell'accordo senza ulteriori rinvii».
Nulla di sorprendente: Berlusconi stesso ha pubblicamente dichiarato la propria sintonia "a priori" con gli americani. Quello che però non è stato finora mai reso pubblico è l'atteggiamento, altrettanto accondiscendente, dei vertici del nostro ministero della Difesa. Un cable segreto del 7 luglio 2004, comunica a Washington la reazione del Capo di Stato maggiore, ammiraglio Giampaolo Di Paola, alla richiesta americana di trasferire da Stoccarda a Sigonella il comando europeo delle Forze speciali Usa. Ecco cosa dice: «Di Paola ci ha scoraggiato dal seguire la strada che passa per un coinvolgimento del Parlamento italiano, suggerendoci di prendere in considerazione l'idea di legare eventuali attività militari alla lotta al terrorismo, cosa che potrebbe fornire una copertura politicamente accettabile a un'ampia gamma di operazioni».
In un messaggio segreto che ricostruisce un incontro tenutosi un anno dopo, il 19 ottobre 2005, l'ambasciata scrive: «Di Paola ha detto che chiudere l'accordo tecnico di Sigonella nel futuro immediato è "una priorità assoluta". Di Paola ha aggiunto che, se a seguito delle elezioni del prossimo aprile arrivasse un cambio di Governo in Italia senza che il TA sia già firmato, sarebbe politicamente impossibile per gli Usa continuare a operare con la relativa libertà d'azione che hanno adesso con le basi italiane… Citando l'autore siciliano Giuseppe (Tomasi, ndr) di Lampedusa, Di Paola ha detto che a volte occorre cambiare qualcosa - e cioé firmare il TA di Sigonella – per far sì che non cambi niente – e cioè che le operazioni Usa in Italia possano continuare senza impedimenti».

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