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Questo articolo è stato pubblicato il 26 ottobre 2011 alle ore 09:28.
L'ultima modifica è del 26 ottobre 2011 alle ore 09:29.

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Neppure il sito riesce a tenere il conto di agenzie, enti, autorità e società partecipate dalla Regione Puglia.
Anche a scorrere l'elenco con l'assessore al Bilancio, Michele Pelillo, ne manca sempre qualcuna o, nella migliore delle ipotesi, i nomi sono nell'elenco sbagliato. Fino al paradosso dei sette consorzi di bonifica nei quali – giura l'assessore – «la Regione non c'entra assolutamente nulla» e non si capacita di come siano finiti nell'elenco degli enti regionali. Sarà pur vero ma è ancor più vero che i consorzi – tutti commissariati tranne due – ricevono dalla Regione fondi a rotazione e c'è solo l'impegno politico a chiudere i rubinetti dal 2012. E comunque vaglielo a spiegare agli Internauti del sito istituzionale che la Regione può nominare otto uomini nei collegi sindacali. Chissà perchè.

Forse per il solo fatto che la Regione Puglia ha diritto di nomina in tutti i comitati, collegi, assemblee, direzioni, conferenze, cda, osservatori, nuclei, commissioni, amministrazioni, presidenze, consulte, consigli e giunte di qualunque ente si affacci dalla Capitanata al Golfo di Taranto (e ritorno). Un esercito potenziale di 734 persone che - dalle Asl alle Camere di Commercio, dalle Fiere ai Porti passando per i comitati per l'abilitazione dei centralinisti - sono gli occhi e le orecchie della spesa regionale. Senza contare i vertici – a partire dai presidenti – che sono tutti fedelissimi del Governatore.
«In questi anni – dichiara Rocco Palese, leader dell'opposizione targata Pdl, sconfitto nella corsa alla poltrona di Governatore nel 2010, nel suo studio stracolmo di fascicoli ordinati come se stesse per traslocare da un momento all'altro – abbiamo assistito a un proliferare di agenzie, enti e partecipate che sono le fondamenta di una Regione-parallela piena di fedelissimi di Vendola . Dalla sanità al turismo, dall'ambiente alla tecnologia, dalla mobilità allo studio, ne ll a foresta zione e perfino nella cinematografia, sono stati dirottati centinaia di milioni gestiti con convenzioni e contratti che per lo più si alimentano di fondi Ue di cui si perdono le tracce».

La cassaforte europea è piena di soldi. Come specifica Mario Aulenta, direttore regionale dell'area finanza, per il periodo 2007-2013 i fondi Ue sono 8 miliardi, che anche per una parte della maggioranza si perdono in mille rivoli creando occupazione precaria e cantieri che poi rimangono in attesa delle risorse nel le fasi di avanzamento. «Il vero bilancio e il centro di potere della Regione – prosegue Palese – sono fuori, visto che quello autonomo è bloccato per oltre l'80% dalle spese sanitarie la cui gestione, come dimostrano le indagini della Procura d a l 2009, merita un velo pietoso ». Nonostante, i tagli annunciati degli ospedali e il dimezzamento delle Asl .
Già la sanità. È di ieri la denuncia in assemblea del consigliere della "Puglia prima di tutto" Francesco Damone: «Le Ausl di Bari e Foggia spendono 12 milioni di euro all'anno in deodorante». Secca la replica dell'assessore alla Sanità Tommaso Fiore: «Forse intendeva disinfettante».

Il carico da novanta sulla «Regione clientelare parallela» arriva da chi (forse) non te lo aspetti, vale a dire Francesco Boccia, il cui partito è nella maggioranza di governo regionale, parlamentare Pd e sconfitto nel 2005 e nel 2010 nella corsa alle primarie da Vendola. Il suo esempio cade su Innova Puglia. A questa struttura – dice – sono stati affidati progetti comunitari per 60 milioni e persino il fascicolo processuale informatizzato, vanto del Governatore per il risparmio di tempo e denaro di cui beneficiano le Procure (spesa: 10 milioni). Tutto lecito, spiega Boccia, «ma cosa fanno le agenzie che non possano fare gli assessorati competenti? Assolutamente nulla. Sono strutture che generano un apparato che crea consenso e blinda il potere parallelo attraverso i vertici in cui siedono uomini del Governatore. Vnedola non venga a dire che c'è stato un risparmio sui costi e una razionalizzazione della gestione. Un esempio? L'Agenzia Puglia Promozione: 64 dipendenti aveva prima e forse ora ne ha qualcuno in più visto che trasformando gli enti in spa la mano libera sulle assunzioni è garantita». Bernardo Notarangelo, dirigente generale all'organizzazione e alle riforme, ex fedelissimo di Raffaele Fitto e ora fedelissimo di Vendola, unico sopravvissuto nello spoil system degli ultimi 6 anni, difende a spada tratta il sistema. «Gli assessorati non hanno la competenza per gestire le risorse – dichiara – e le agenzie sono in grado di intercettare e gestire i fondi comunitari».

Vendola fa parlare tutti ma si capisce lontano un miglio che non si cura di nessuno. Smonta pacatamente il castello di accuse e neppure si perita di smentire che il baricentro della spesa si è spostato. Anzi. Contrattacca e spiega che il sistema gode di ottima salute. «Le Agenzie – riflette – sono un pezzo di Regione che funziona. Solo per fare un esempio l'Adisu, l'Agenzia per il diritto allo studio, prima del mio arrivo pagava persino i rappresentanti degli studenti che sedevano in consiglio. C'è una visione cinematografica da parte della minoranza e dei malpancisti all'interno della maggioranza. Sono orgoglioso di queste agenzie e annuncio che stiamo per costituirne una nuova, quella sulla legalità».
Il potere di Vendola (la Giunta è lui e solo lui, senza si andrebbe al voto domani) passa, dunque, dalle sue donne e dai suoi uomini. Tante, tantissimi. Per averne conto basta fare un giro da Domenico Magistro. Ha più persone in fila dietro la porta pronte a denunciare le presunte malefatte della Giunta che iscritti nel partito, che potrebbero essere radunati in una discoteca. In tutto, sono meno di 1.500.

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