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Questo articolo è stato pubblicato il 19 aprile 2012 alle ore 08:15.

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Ricerca e innovazione. Occorre investire nuove e maggiori risorse in prodotti innovativi e in processi ecosostenibili, da mettere a disposizione delle imprese che vorranno sviluppare programmi di ricerca in questi campi. Occorre migliorare modalità e tipo di incentivi sia a livello europeo che nazionale. Occorre aumentare le spese in R&S del 10% a livello europeo e tutti i Paesi dovranno porsi l'obiettivo di investire il 3% del Pil in ricerca.

Cluster regionali. Differenziazione e sviluppo specialistico si sono dimostrati elemento vincente in questi ultimi decenni. Dovremo continuare a investire per distretti industriali sempre più competitivi, in grado di creare network di innovazione che coinvolgano imprese, università, centri di ricerca e di servizi tecnologici. I centri dedicati alla conoscenza industriale sono concentrati nelle aree metropolitane. Sarà necessario creare reti d'impresa per trasferire queste conoscenze in modo coordinato.

Credito per le imprese. Oggi l'economia si confronta con il credit crunch. Le imprese sono ostaggio del problema del credito e non riescono a ottenere finanziamenti su basi competitive. Bisogna rassicurarle e convincerle che per investire in innovazione e migliorare il valore aggiunto ci sono strumenti finanziari che garantiscono l'accesso al credito in modo meno discriminante. Questo è importante soprattutto per le Pmi, strategiche del settore industriale europeo. Per rendere possibile un migliore accesso al credito bisognerà incrementare i fondi della Banca europea per finanziare i rischi, i progetti innovativi, le start up e allocare risorse finanziarie anche attraverso strumenti di garanzia.

Formazione e mercato del lavoro. Il tasso di disoccupazione giovanile è inaccettabile. È assolutamente prioritario trovare soluzioni che favoriscano l'accesso dei giovani al mercato del lavoro. Il Fondo Sociale Europeo può essere uno strumento per migliorare la formazione dei giovani anche con programmi di sussidi salariali. Tutto questo si deve coniugare con una maggiore mobilità della forza lavoro tra i diversi Paesi europei: diverse multinazionali che operano in Europa sono già disponibili a favorire questo processo.

Sviluppo dei mercati innovativi. Ci sono settori dove lo sviluppo può essere più rapido di altri: occorre identificarli e concentrare su questi ogni sforzo per conseguire vantaggi competitivi a livello internazionale. In quei settori, invece, dove l'Europa è poco sviluppata o "dormiente" bisognerà attuare un rinnovamento industriale tale da rigenerarli e farli diventare nuovamente competitivi.

Mobilità. Il settore automobilistico è il primo per attività manifatturiera in Europa, ha una catena del valore ampia, che supera il comparto specifico e interessa molti Paesi. Per mantenere il potenziale dell'alto valore aggiunto e assicurarsi che l'Europa continui a rappresentare un centro innovativo si dovrà puntare su produzioni sempre più tecnologiche in grado di contribuire alle nuove esigenze di mobilità della popolazione.

Infrastrutture. Un'innovazione profonda dovrà riguardare infrastrutture, energia, trasporti e telecomunicazioni, trasversali a molte aree di attività. Se vogliamo mantenere il ruolo di pionieri globali in queste aree - la tecnologia europea nel trasporto ferroviario e nell'industria dell'aviazione è sempre stata tra le più forti al mondo - dovremo migliorare le tecnologie, sviluppare infrastrutture cross border e far ricorso ai project bond per smobilizzare gli investimenti di capitale privato.

Energia ed efficiente uso delle risorse. L'energia, con un migliore e più efficiente uso delle risorse, può diventare fattore di competitività. Più produttività ed efficienza nell'impiego delle risorse, unite a una diffusione del riutilizzo e al riciclo di materie prime, hanno già sostenuto negli anni la competitività dell'industria europea. C'è spazio per un miglioramento. L'industria europea necessita di una politica energetica a lungo termine per garantire prezzi competitivi, sicurezza negli approvvigionamenti, oltre a sviluppare pienamente il potenziale di efficienza energetica di cui molti settori dispongono.

Salute. I cambiamenti demografici che stanno avendo luogo nei Paesi europei porteranno il settore a divenire sempre più importante. È un settore che offre opportunità di crescita e occupazione per ciò che concerne sia i farmaci di nuova generazione, orientati alla tutela della salute e a migliorare la qualità di vita per la popolazione più anziana, sia i numerosi prodotti e servizi offerti dalle imprese, soprattutto i servizi alla persona, che ne fanno un mercato rilevante a livello europeo. In Germania il settore occupa 4,2 milioni di persone, genera ricavi per oltre 240 miliardi di euro e rappresenta l'11% del Pil.

Turismo. È particolarmente importante per le economie dell'Europa, specialmente meridionale, dove contribuisce per il 12-15% del Pil, conta 340mila aziende, con 2,8 milioni di occupati. Dati che evidenziano quanto il settore possa sviluppare importanti programmi e progetti. Anche l'industria alimentare riveste importanza nei Paesi dell'Europa meridionale. Italia, Portogallo, Spagna, Grecia possono svolgere un ruolo determinante per lo sviluppo del settore nel quale valore aggiunto e potenziale delle esportazioni non si sono ancora sviluppati pienamente. La vendita dei prodotti locali avviene sui mercati domestici e le sinergie produttive tra i Paesi non sono ancora concretizzate per le dimensioni ridotte delle imprese. Né è stato ancora esplorato il potenziale del food processing. Un migliore uso dei prodotti agricoli e lo sviluppo di generi alimentari di qualità e a tutela della salute, restano inesplorati.

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