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Questo articolo è stato pubblicato il 29 dicembre 2012 alle ore 09:05.

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La (mezza) vittoria di VeronicaLa (mezza) vittoria di Veronica

Silvio Berlusconi verserà alla ex moglie Veronica Lario 3 milioni di euro al mese, cioè ben 36 milioni in un anno, ma manterrà la proprietà della Villa di Macherio e non muterà l'assetto delle società che fanno capo all'ex premier.

È questo l'esito della causa di separazione "non consensuale", anticipato ieri dal Corriere della Sera, tra i due ex coniugi sancito in una sentenza depositata nei giorni scorsi e che pone fine a una vicenda durata tre anni.

I due hanno rinunciato a chiedere "l'addebito di colpa" all'altro coniuge. La sentenza è stata depositata dai giudici della nona sezione civile del Tribunale di Milano, in gran segreto, il giorno di Natale.

L'avvio formale della causa di separazione risale al 3 maggio 2009, poco dopo l'invio e la pubblicazione di una lettera di Veronica all'agenzia di stampa Ansa, in cui l'allora moglie di Silvio Berlusconi stigmatizzava la presenza dell'ex marito alla festa per i 18 anni di Noemi Letizia e definiva "ciarpame senza pudore" le ventilata candidatura di "veline" alle elezioni europee. Ma già nel gennaio 2007 in un'altra lettera, questa volta al quotidiano la Repubblica, l'allora moglie di Berlusconi si diceva "ferita" nella sua "dignità di donna" da alcune dichiarazioni del marito durante la premiazione dei Telegatti.

Veronica Lario aveva inizialmente chiesto 43 milioni di euro l'anno e la controfferta dell'ex marito era stata di dieci volte inferiore: 300mila euro al mese. La sentenza che assegna all'ex-moglie di Berlusconi 36 milioni di euro l'anno riflette i criteri dell'articolo 156 del Codice civile, che regola i parametri del mantenimento del tenore di vita analogo a quello dovuto durante la convivenza qualora sussista una disparità economica tra i due coniugi: tiene anche conto del fatto che Veronica Lario esce dalla causa senza proprietà immobiliari. Una conclusione che, secondo quanto appreso da fonti legali vicine ai due ex coniugi, avrebbe soddisfatto l'ex moglie di Silvio Berlusconi, per quanto stabilito dal Tribunale di Milano, anche se, come in tutti questi casi, le disposizioni potrebbero subire variazioni in sede di divorzio.

Sulla vicenda tutti gli avvocati interessati, Maria Cristina Morelli, per Verona Lario e Cristina Rossello, per Berlusconi, stanno mantenendo il più stretto riserbo. A quanto si apprende comunque, Veronica sarebbe rimasta più che soddisfatta per la parte economica (3 milioni di euro al mese). Per quanto riguarda invece alcuni aspetti rimasti in sospeso, se ne parlerà al momento della sentenza di divorzio.

Va notato che il verdetto non va a modificare gli assetti societari dell'impero di Berlusconi. Negli ultimi mesi si era parlato delle prospettive che in esso potranno avere i tre figli avuti da Veronica (Barbara, Eleonora e Luigi, a ciascuno dei quali è stato intestato il 7,5% di Fininvest) rispetto ai due figli nati dal precedente matrimonio, Marina e Pier Silvio, da tempo ai vertici del gruppo e con voce in capitolo sulle strategie del gruppo: Marina è oggi presidente di Fininvest e Mondadori, oltre che nel consiglio di Mediaset, mentre Pier Silvio Berlusconi è vicepresidente e componente del comitato esecutivo di Mediaset, al cui vertice c'è uno dei fondatori del gruppo, Fedele Confalonieri, ma è anche presente nel board della stessa casa editrice di Segrate.

Fino a oggi il problema del peso dei tre figli di Veronica Lario nelle stanze dei bottoni del gruppo non si era posto, anche per la giovane età di Barbara (28 anni), Eleonora (26 anni) e Luigi (24 anni).

Tuttavia dal momento dell'avvio della causa di separazione Veronica Lario avrebbe chiesto anche la garanzia per i tre figli di un maggior coinvolgimento futuro, soprattutto nelle attività di gestione del gruppo. Tra le società della galassia Fininvest quotate oggi il solo Luigi Berlusconi è infatti nel consiglio di amministrazione di Mediolanum, oltre che tra i consiglieri di Fininvest, mentre Barbara Berlusconi oltre a essere sempre nel Cda del Biscione è anche tra i consiglieri dell'Associazione Calcio Milan.

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