Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 10 marzo 2013 alle ore 15:18.

My24
Nella foto il leader del Movimento 5 Stelle, Beppe GrilloNella foto il leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo

Possibili contrasti tra grillini e Pd e salario minimo . Una possibile fonte di contrasto tra Grillo ed il Pd, invece, potrebbe essere la posizione di Grillo sulla Tav e sui lavori pubblici in genere. Grillo li vede come un grande sperpero di denaro pubblico. Una parte notevole del Pd, invece, li vede ancora come un grande motore di sviluppo (nonché come fonte di ricavi per le cooperative rosse e gli imprenditori di area). Un compromesso ragionevole sarebbe una riallocazione dei fondi di "sviluppo" alla realizzazione di un altro punto del programma di Grillo, caro anche alla sinistra: un salario minimo di cittadinanza. Visto il costo della sua attuazione (nelle ipotesi minime almeno 5 miliardi aggiuntivi), sarebbe ragionevole cominciare da un sussidio di disoccupazione generalizzato (il salario di cittadinanza paga anche chi non cerca lavoro).

Le Fondazioni e il caso Mps. Infine un programma anticasta economica non sarebbe completo senza un accenno alle fondazioni. Giustamente Grillo vuole nazionalizzare il Monte Paschi. Dico giustamente perché il Monte Paschi è di fatto già nazionalizzato per quanto riguarda le perdite (che ricadono sulla collettività), ma non per quanto riguarda i potenziali profitti, che finiscono nelle mani della Fondazione Montepaschi, ovvero del Pd di Siena. Rigettare l'offerta di un governo Grillo su questo punto esporrebbe il Pd al ridicolo.

Europa e riforma elettorale. I punti più delicati di un accordo M5S-Pd riguarderebbero l'Europa e la riforma elettorale. Se Grillo insistesse per un referendum sull'euro, darebbe al Pd una facile scusa per dire di no su tutto, evitando ogni imbarazzo. Per questo Grillo dovrebbe essere disponibile a rimandare un possibile referendum sull'euro (che comunque non è facilmente effettuabile nell'ambito della costituzione attuale), in cambio di una posizione forte sui doveri sociali dell'Europa. All'Europa delle banche, il governo M5S-Pd dovrebbe anteporre l'Europa della gente. E quindi inserire nel suo programma una richiesta all'Europa di introdurre un'assicurazione europea contro la disoccupazione. Potrebbe forse il Pd non seguirlo su questo punto?
Infine il punto più spinoso è quello della riforma elettorale. Nella logica del tanto peggio tanto meglio, Grillo potrebbe sperare nella salvaguardia del Porcellum. Sarebbe una prospettiva miope. Il Porcellum è stato disegnato per dare alla Lega il potere di interdizione su ogni governo. Senza una riforma anche il M5S si troverà sempre a dover far compromessi per governare. Il sistema a doppio turno per le elezione dei sindaci è quello che ha funzionato meglio in Italia. Il M5S stesso ne ha sperimentato i vantaggi a Parma. Una proposta di riforma in questo senso, sarebbe popolare nel Paese e difficilmente rigettabile dal Pd.

Se il Pd accetta questa proposta di governo, Grillo inizia a cambiare il Paese nella direzione da lui desiderata (almeno a parole). Se il Pd rifiuta, si qualifica come un partito della casta, consegnando tutto il voto di protesta nelle mani del M5S. Insomma, Grillo ha da guadagnarci in entrambi i casi. Ma Grillo ci guadagnerebbe particolarmente in credibilità. Con un offerta del genere dimostrerebbe di non essere solo il Masaniello di turno, ma un potenziale statista. Ha il coraggio di farlo?

Shopping24

Dai nostri archivi