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Cultura-Domenica > Cinema

Francesco Rosi, il Pardo alla carriera graffia ancora

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Questo articolo è stato pubblicato il 14 agosto 2010 alle ore 16:46.

Ci sono emozioni che solo il Festival di Locarno sa darti. La Piazza Grande è quella più forte, soprattutto quando ti concedi il lusso di rivedere un classico su quello schermo unico al mondo, in quella sala all'aperto da 8000 posti che, come ha detto anche John C. Reilly, è un regalo per chi i film li guarda ma anche per chi li fa.

Nel giro di due giorni, nonostante la pioggia, i fortunati spettatori si son goduti To Be or Not To Be di Ernst Lubitsch- clamoroso successo la retrospettiva curata da Carlo Chatrian, 10.000 spettatori- e poi, ieri, Uomini contro, di Francesco Rosi, qui insignito del Pardo d'oro alla carriera, preceduto da Il canale di Bernardo Bertolucci, costola del film La via del petrolio, cortometraggio restaurato dall'Archivio Nazionale del Cinema d'impresa (del Centro Sperimentale di Cinematografia) e dall'Eni, che allora lo produsse all'interno del nobile filone del cinema industriale, una delle grandi idee di Enrico Mattei che ha fatto sì che ora l'azienda possa contare su una cineteca notevole, da Joris Ivens a Folco Quilici,

Francesco Rosi, pur provato dall'età e dal lutto recente della perdita della moglie, nello «Spazio Cinema» del Festival di Locarno ha tenuto banco con una lectio magistralis di cinema, civile e non, grazie anche all'aiuto dello storico Sergio Toffetti.

"Sono felice di questo premio e di questo invito: l'aver fatto film che hanno preso di petto la realtà e la storia italiana hanno sempre fatto passare in secondo piano l'estetica del mio cinema, in favore dell'etica. Questo probabilmente perchè giravo negli stessi luoghi in cui sono avvenuti i fatti che raccontavo nei film, perché ho avuto il privilegio di dirigere, per ben cinque volte (anche nello stesso Uomini contro) un attore straordinario come Gian Maria Volontè, la cui adesione ai personaggi era cinematografica, politica, emotiva ma soprattutto totale. Lui combatteva per quello che i nostri film volevano dire, svelare". Rosi ha riscritto le pagine oscure dell'Italia, sempre dalla parte "sbagliata" per andare oltre, dietro le verità ufficiali, non ha mai abdicato al suo ruolo di artista politico, nel senso più nobile del termine. E Uomini contro, applauditissimo in Piazza, sconvolge per la sua attualità. Quelle immagini datate, quella grande guerra lontana, sembra essere avvenuta ieri. Il tenente Ottolenghi (Volontè), con il suo eroico buon senso, i suoi superiori, folli, grotteschi e incapaci, sono i protagonisti delle guerre attuali anche adesso.

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In cui le colpe vengono affibbiate ai soldati semplici e alle vittime, e la gloria a quelle gerarchie, politiche, morali ed economiche che li hanno sacrificati. "Raccontare la guerra oggi, anche se con immagini di 40 anni fa, come nel mio film, mostra come cambino contesti, contendenti e motivazioni, ma la crudeltà e l'insensatezza del conflitto no, quella non cambia mai. Ecco perché penso che dovrebbe esserci l'ora di storia del cinema a scuola, quest'arte permette una comprensione e un impatto nel racconto, anche storico, che nessun altro mezzo ha". E rivendica questo ruolo, Rosi, per il miglior cinema italiano, e non solo. "Va dato merito ai nostri registi di aver rivisto e indagato il nostro passato e presente da subito dopo il dopoguerra. Se tiri un filo da Rossellini, penso a Roma città aperta girata in una capitale ancora segnata dal conflitto, fino a De Sica, passando per Visconti, riscopri una storia d'Italia che non sta scritta sui libri. E possiamo metterci dentro anche la Napoli milionaria di Eduardo De Filippo che, anche se a teatro, ha seguito il senso profondo di quell'approccio".
Definisce Gomorra fondamentale- sia il libro che il film "anche se quest'ultimo doveva forse approfondire di più quel contesto di mancanza di valori, di allontanamento dallo Stato e di violenza come unica arma e metodo di riconoscimento del successo, perchè potesse essere ancora più efficace. Credo che in un momento cosí difficile per l'Italia sia fondamentale avere chi ne indica le mancanze". E lui l'ha sempre fatto, cercando nelle pieghe della Storia quello che nessuno voleva dire, ammettere, scoprire. Uno come Rosi ora non potrebbe girare. E anche allora ebbe grossi problemi : Uomini contro fu boicottato pesantemente dall Forze Armate. E andate a vedervi Il caso Mattei, Salvatore Giuliano, Dimenticare Palermo (sul controllo "politico" della droga) o Le mani sulla città. Scoprirete che qualcuno dall'inferno passato e attuale, ci aveva messo in guardia.

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