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Questo articolo è stato pubblicato il 20 novembre 2011 alle ore 13:55.

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Io vedo un luminoso futuro per i bibliotecari. Un futuro in cui i bibliotecari possono aiutare il mondo a lenire i suoi mali, non semplicemente intrattenerlo. Dove i bibliotecari aiutano le comunità a tirarsi fuori dalla morsa del debito, e dalla morsa ancora più stretta dell'intolleranza. Dove i bibliotecari non documentano le loro comunità, ma le trasformano. Signore e signori, dobbiamo pretendere di più da noi stessi e dalle nostre biblioteche. Dobbiamo insegnare alle nostre comunità a pretendere di più da loro stesse. Dobbiamo, con la nostra azione, dimostrare alla comunità che non basta un edificio con dei libri. Che nessuna comunità dovrebbe mai essere soddisfatta di una biblioteca mediocre, o di bibliotecari che aspirano a identificarsi solo con le loro mansioni, e non con la responsabilità di rendere il mondo un posto migliore.

Che cosa ci aspetta, non sono in grado di dirlo. Che aspetto avrà la conversazione sul futuro delle biblioteche qui in Italia, o nel resto del mondo? Sarà accesa? Polemica? Rassegnata? Silenziosa? Indifferente? Non lo so. So solo che se vi limitate ad aspettare che succeda, o che finisca, non accadrà mai. Se rimanete ai margini, come potete aspettarvi che altri si buttino nella mischia? Se ve ne state tranquilli con le vostre critiche e i vostri commenti, abdicate al futuro. Lasciatemelo dire un'altra volta: scegliendo di non partecipare alla conversazione sul futuro delle biblioteche, abdicate alla possibilità di darvi forma.

Dewey, Cutter e Ranganathan, hanno tutti creato un'eredità che, chiamandoci noi bibliotecari, siamo chiamati a custodire e rappresentare. Questa eredità deve essere rispettata e tramandata, non solo messa su un piedistallo e venerata. Questi giganti, sulle cui spalle stiamo noi ora, non hanno mai visto il campo come finito, immutabile, inerte. Diversamente da alcune belle sculture o da grandiose opere d'architettura, noi preserviamo l'eredità di questi bibliotecari abbattendo costantemente la convenzione in favore dell'efficienza, la struttura in favore dell'efficacia, e gli assunti passati in favore del successo futuro.

Siate orgogliosi della vostra eredità di bibliotecari. La nostra è un'antica e nobile professione che può contare fra i suoi membri rivoluzionari, missionari, insegnanti e molto altro. Hanno dato inizio per voi a una meravigliosa conversazione piena di storia e ricchezza. Hanno inciso questa conversazione nei nostri valori, nelle nostre istituzioni, e nella nostra formazione. Ma non hanno completato l'opera, né hanno terminato la conversazione. L'hanno lasciata aperta per voi, per coloro a cui voi insegnate, e per coloro a cui questi insegneranno a loro volta. La conversazione della biblioteconomia è viva, ed è in attesa della vostra voce. (traduzione di Enrico Francese)

David Lankes è professor alla Syracuse University's School of Information Studies

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