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Economia Politica economica

La manovra italiana supera l'esame della Commissione europea

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Questo articolo è stato pubblicato il 14 giugno 2010 alle ore 19:54.

Bruxelles promuove la manovra da 24,9 miliardi varata dall'Italia. Il semaforo verde, secondo le prime indiscrezioni, dovrebbe accendersi ufficialmente domani, quando la commissione europea si pronuncerà sugli interventi correttivi decisi da Roma, e da altri 11 Paesi membri, per il rientro dei deficit pubblici sotto la soglia del 3 per cento. Sarà, però, necessario, si osserva in ambienti comunitari, che le misure previste nella manovra siano pienamente applicate. Una buona notizia per l'Italia, che dovrebbe, così, vedersi "congelata" la procedura per deficit eccessivo a cui è sottoposta assieme alla maggioranza dei Paesi europei, in attesa dei risultati che saranno conseguiti nel biennio 2011-2012.

Giudizio positivo sulla manovra anche dall'Ocse. «Il Governo italiano ha fatto quello che bisognava fare per ridare fiducia ai mercati», ha dichiarato il segretario generale dell'organizzazione parigina, Angel Gurria, sottolineando che l'Italia si è messa nelle condizioni di «riprendere la crescita in equilibrio con la sostenibilità del debito». Gurria ha definito il caso italiano «un pò diverso» rispetto agli altri Paesi che per uscire dalla recessione hanno varato importanti pacchetti fiscali: «L'Italia non ne ha avuto bisogno - ha detto - perché ha avuto una gestione prudente e non ha avuto una grande caduta occupazionale. Inoltre le banche sono ben regolate e ben capitalizzate, e cioè ha evitato una crisi bancaria».

Intanto, sul fronte interno, il governo sta lavorando per mettere appunto i primi correttivi alla manovra, che dovrà, comunque, rimanare a saldi invariati. Una prima modifica allo studio è quella sulle missioni all'estero, da estendere anche agli uomini delle Forze dell'ordine. Una "svista", ha dichiarato, nel pomeriggio, il ministro dell'Interno Roberto Maroni, che, altrimenti, rischia non poter più far seguire dalle forze dell'ordine la Nazionale italiana quando andrà a giocare fuori dall'Italia. Lo stesso Maroni, qualche ora prima, nel corso di un intervento all'assemblea di Assolombarda, aveva ricordato che il Tesoro sta ragionando sull'introduzione di meccanismi per premiare gli enti locali virtuosi, «i quali - ha detto - non possono essere trattati allo stesso modo di chi ha gestito male le risorse».

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Sempre all'interno della maggioranza, il vice capogruppo Pdl alla Camera e finiano doc, Italo Bocchino, ha annunciato un pacchetto di emendamenti alla manovra, che prevedono, in particolare, un taglio degli acquisti per beni e servizi da parte delle amministrazioni pubbliche e la trasformazione dei contributi a fondo perduto in crediti d'imposta. «Ogni anno - ha dichiarato Bocchino - diamo circa 44 miliardi a fondo perduto a imprese che prendono soldi e nell'80% dei casi scappano, mentre se li trasformiano in agevolazioni fiscali, potremmo recuperare altri 10-15 miliardi l'anno, senza togliere neanche un'euro alle aziende serie e virtuose».

E mentre il sindaco di Roma, Gianni Alemanno chiede più risorse per la capitale (oltre ai 300 milioni già previsti nella manovra), dal Pd annunciano una nuova "lenzuolatà" di liberalizzazioni e semplificazioni, «che saranno trasformati in emendamenti alla manovra». Intanto, sempre dal Pd, i senatori Roberto della Seta e Francesco Ferrante, chiedono l'abrogazione dell'articolo 45 della manovra sul ritiro da parte del Gestore servizi elettrici dei certificati verdi. «Fa risparmiare ai consumatori 500 milioni - spiegano i due parlamentari - ma danneggia l'intero settore delle rinnovabili, che, nonostante la crisi, è riuscito a fare investimenti pari a 4,5 miliardi di euro».

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