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Questo articolo è stato pubblicato il 16 giugno 2010 alle ore 11:00.
Ha lavorato sui grandi show della nostra televisione degli ultimi anni, da Rockpolitick di Celentano al Fiorello Show. E nel settore dei media e dell'intrattenimento è stato consulente strategico di alcune tra le principali aziende italiane e internazionali. Adesso, non ancora trentanovenne è a capo di Sky programming and promotion, dopo essere entrato a far parte di Sky Italia nel 2007, come vice president corporate e market communications.
Ma Andrea Scrosati ha già nelle sue corde la fermezza e la misura di un manager di lungo corso e alla domanda sulla notizia arrivata dal Tribunale dell'Unione europea secondo cui il contributo del governo italiano per l'acquisto dei decoder del digitale terrestre è un aiuto di Stato e deve essere recuperato risponde con distacco. «News Corporation ha fatto un investimento con Sky Italia che molti analisti ritenevano a suo tempo rischioso per le caratteristiche del mercato italiano. Ma lo ha fatto perché ha riconosciuto che l'Italia è invece un paese con straordinarie potenzialità, che c'è spazio per diversi operatori, per la concorrenza e per crescere, se si offre un elevato servizio ai clienti. Ora Sky ha dimostrato che questa opportunità era reale e il rapporto con l'Italia è straordinariamente positivo. Operiamo in un mercato fortemente regolamentato e naturalmente ci atterremo sempre alle norme decise dai soggetti preposti».
Ma come sarà la Sky dei prossimi mesi? In fondo con il suo arrivo alla guida dei programmi e delle promozioni c'è stata una sorta di "italianizzazione", prima di lei quel ruolo era ricoperto dall'australiana Kathryn Fink.
«La strategia rimarrà la stessa: offrire ai nostri abbonati il meglio, la più ampia scelta possibile. Con una qualità sempre migliore. Con la leadership del direttore di Sky Cinema e intattenimento Nils Hartmann continueremo anche nelle produzioni originali e con la seconda parte di Romanzo criminale, ispirato al libro di Giancarlo De Cataldo».
Grossi nomi in arrivo?
«Il punto non è avere grossi o piccoli nomi. Puntiamo ad avere su Sky quello che i nostri clienti vogliono, perché con loro abbiamo costanti feedback. Nel nostro call center lavorano oltre 1.200 persone assunte a tempo indeterminato e dai nostri clienti riceviamo una media di oltre 20.000 telefonate al giorno, molte delle quali si riferiscono a questioni di prodotto. Perciò dipende da loro, dai nostri abbonati: se sentiremo espressa fortemente l'esigenza di avere più prodotti originali, realizzati da artisti e creativi italiani faremo di tutto per averli e per avere il miglior prodotto possibile».