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Economia Politica economica

Lo scudo fiscale è costato a San Marino 5 miliardi

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Questo articolo è stato pubblicato il 15 giugno 2010 alle ore 18:15.

Lo scudo fiscale varato dal governo italiano ha avuto un «peso importante» per le banche della Repubblica di San Marino: 5 miliardi di euro. Lo ha rivelato nel corso di una conferenza stampa nella Capitale il segretario di Stato per le finanze di San Marino, Pasquale Valentini. «Più di un terzo della raccolta delle banche di San Marino. Ma il sistema - ha assicurato - di fronte a questa emorragia ha retto, dimostrando quindi di essere basato su solidi capitali».
Valentini si è quindi detto «quasi certo che questa fetta di mercato non rientrerà. È il sistema che si dovrà quindi riassestare puntando sulla capacità di offrire servizi di eccellenza».

Il governo italiano vuole creare una sorta di «embargo commerciale» nei confronti della repubblica del titano, attacca il segretario di Stato per gli Affari esteri della Repubblica del titano, Antonella Mularoni, con le norme del decreto incentivi che entreranno in vigore dal 1° luglio. Il segretario all'industria, Marco Arzilli sostiene che con il dl incentivi tutte le aziende italiane che operano con San Marino saranno costrette «a un listing mensile» su tutti i beni materiali in entrata e in uscita. Questo comporterà «difficoltà per le imprese di poter lavorare in un clima sereno e di fiducia. Saranno sottoposte a una lente di ingrandimento speciale che potrà comportare pesanti sanzioni anche in presenza di semplici errori». Quindi anche aziende «irreprensibili», ha detto Arzilli, sono oggi «preoccupate»
di lavorare con il titano. Mularoni parla di problema psicologico causato dal ministro dell'economia Giulio Tremonti che ha detto che chi «opererà con i paesi della black list» del fisco italiano «avrà la guardia di finanza in casa».

La Repubblica di San Marino ha migliorato la trasparenza del proprio sistema economico e finanziario, ha affermato la delegazione della Repubblica del Titano, ma i rapporti con l'Italia sul versante fiscale sono ai minimi termini. Secondo i ministri della Repubblica di San Marino, l'Italia «ha superato unilateralmente gli accordi vigenti tra i due Paesi» e da parte italiana persiste «un imbarazzante silenzio sulla richiesta di un incontro chiarificatore tra i due Governi». Per le autorità di San Marino l'Italia si é irrigidita sulla firma del protocollo di modifica dell'accordo contro le doppie imposizioni fiscali manifestando «un atteggiamento incomprensibile».

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Il governo di San Marino, che si é insediato circa 18 mesi fa, ha detto il segretario di Stato per gli Affari esteri, Antonella Mularoni, ha promosso iniziative per adeguarsi «agli standard internazionali e sta continuando il percorso di adeguamento agli standard dell'Ocse. Ci siamo impegnati per rimuovere le difficoltà che ancora esistevano con l'Italia ma, a fronte di questo, abbiamo rilevato un atteggiamento inconcepibile dell'Italia. Abbiamo le migliori intenzioni, ma non abbiamo finora avuto risposta alla nostra richiesta di eliminare gli spazi d'ombra che, secondo l'Italia, ancora esistono nel nostro ordinamento. Se non cambierà l'atteggiamento dell'Italia faremo sentire la nostra voce in tutti gli organismi internazionali e multilaterali in cui siamo presenti». Fermo restando che i rapporti con l'Italia «rimangono di straordinaria importanza». (N.Co.)

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