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Economia Politica economica

Manovra: Regioni pronte a restituire le competenze allo Stato

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Questo articolo è stato pubblicato il 24 giugno 2010 alle ore 13:58.

Le Regioni affilano le armi contro il governo e sono pronte e restituire allo Stato le competenze assegnate loro dalla legge Bassanini. «Abbiamo inviato una lettera al ministro Fitto per chiedere una convocazione straordinaria della Stato-Regioni con al primo punto dell'ordine del giorno un accordo per la restituzione delle competenze allo Stato con l'impegno di mettere nella manovra di Tremonti le norme per riprendersi le competenze ». L'annuncio è arrivato dal presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, al termine della riunione di oggi nel corso della quale i governatori hanno approvato un documento unitario. La decisione, ha chiarito Errani, «è stata assunta all'unanimità». Immediata la replica del ministro degli Affari regionali, Raffaele Fitto. «Penso ci sia un approccio sbagliato, siamo di fronte a una manovra che si inserisce in un contesto diverso, non ordinario. Basta vedere quello che stanno facendo gli altri Paesi».

Le materie le cui competenze verrebbero restituite allo Stato sono: il trasporto pubblico locale, il mercato del lavoro, la polizia amministrativa, gli incentivi alle imprese, la Protezione Civile, il servizio maregrafico, il demanio idrico, l'energia e le miniere, i trasporti, gli invalidi civili, la salute, le opere pubbliche, l'agricoltura, la viabilità e l'ambiente. «Tutto questo perché - ha chiarito ancora Errani - l'insieme di queste competenze valgono oltre 3 miliardi di euro mentre il taglio previsto nel 2001 è di oltre 4 miliardi di euro». Durante la conferenza stampa convocata al termine dell'incontro, Errani ha poi ribadito l'unità degli enti che rappresenta confermando il giudizio «fortemente negativo» sulla manovra che giudica «insostenibile», perché «ci priva di funzioni e servizi ai cittadini e alle imprese».

Le Regioni chiedono anche che venga «istituita immediatamente» una commissione straordinaria per valutare spese, funzionamento e costi di gestione «dunque anche gli
sprechi», ha proseguito Errani, fra Governo ed Autonomie. «Noi vogliamo fare fino in fondo la nostra parte - ha ribadito il presidente della conferenza - sia per la manovra che per la lotta agli sprechi e verificare i reciproci comportamenti virtuosi». Ed è stato dato mandato alla struttura tecnica della conferenza di costruire una maglia per verificare le diverse azioni che le singole regioni portano avanti «ed avere una visione coerente, in questo modo, delle politiche» delle autonomie. Di fronte alla crisi economica le priorità, ha sottolineato ancora Errani, sono «il contrasto a questa ed i servizi alle persone».

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I governatori vogliono poi chiedere un incontro ai comuni e alle province in modo da costruire «una piattaforma comune per gestire la situazione. I tagli alle Regioni ricadranno, infatti, su comuni e province» nonostante la tassa unica, ha proseguito il presidente della conferenza che ha ribadito la volontà di convocare nuovamente le forze economiche e sociali «per fare il punto» della situazione. In quell'occasione le Regioni presenteranno i dati «sul differenziale di efficienza» nella gestione dello Stato centrale prima e ora delle Regioni su alcune competenze.

Ad ogni modo la speranza di riaprire il confronto con l'Esecutivo non sembra completamente tramontata. «Continueremo ostinatamente a cercare il dialogo e l'accordo con il Governo - precisa Errani -. La nostra posizione non è pretestuosa né politicamente segnata dai pregiudizi. Questo luogo costituisce politiche relative al funzionamento delle istituzioni». Infine un appello. «Noi - prosegue ancora il numero uno dei governatori - vogliamo realizzare l'accordo e chiediamo al Governo l'attenzione necessaria. Siamo pronti a firmare in tre minuti una intesa con il Governo che affronti la manovra con il principio dell'equità».

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