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Questo articolo è stato pubblicato il 23 giugno 2010 alle ore 19:37.

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«Questa manovra è necessaria, senza si ha il collasso, il crollo». Lo ha detto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, nel corso della conferenza stampa che ha fatto seguito all'incontro con le regioni. «Senza questa manovra - ha precisato il ministro - oltre a non esserci la crescita non c'è più la struttura complessiva». Tremonti ha difeso l'impianto complessivo della manovra, che, ha aggiunto, «è stata costruita in base al disegno europeo», ricordando, poi, come l'Italia detenga il terzo debito pubblico del mondo. «Dobbiamo varare una manovra adeguata - ha ribadito - se no altro che recessione».

Il ministro dell'Economia ha quindi stoppato le richieste avanzate dalle regioni, di rimodulare, cioè, i tagli coinvolgendo anche i ministeri. «Noi non abbiamo alternative sui saldi, sui soldi e sulla distribuzione», ha tagliato corto Tremonti, evidenziando che il Governo centrale è già stato oggetto di tagli negli anni passati e che ulteriori riduzioni «non sono sostenibili».

Tremonti si è però dichiarato disponibile a un confronto "evaneglico" con le regioni, coinvolgendo quelle più ricche. «Vorremmo discutere con le Regioni, mettendo insieme anche quelle a Statuto speciale, più ricche, in modo che il concorso sia proporzionato alla disponibilità delle Regioni». Tremonti ha quindi spiegato: «pensiamo che le Regioni possano essere considerate come comparto complessivo e che ci sono Regioni speciali e che nello specifico ci sono Regioni che hanno moltissimo» come il Trentito Alto Adige. «Pensiamo che tutti insieme», ha aggiunto, governo e regioni, «si possa fare un ragionamento con chi ha di più».

Il titolare del Tesoro ha poi detto che la nuova tassa comunale «non si applicherà alla prima casa». E' troppo presto per i dettagli, ha aggiunto, ma di certo non si chiamerà Imu e accorperà diverse tasse.

Per il presidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani, l'incontro con il governo è stato «molto negativo». «Non abbiamo trovato nessuna sostanziale apertura», ha dichiarato Errani. «Questa manovra - ha proseguito - di fatto mette il federalismo fiscale in una condizione di non praticabilità». Si tratta, inoltre, ha aggiunto, di una manovra «ipercentralista», che talgia «l'1.22% alle amministrazioni centrali e il 14% alle Regioni».

Per la governatrice della regione Lazio, Renata Polverini, «c'e stata invece qualche apertura da parte del ministro Tremonti, chiaramente indicando la possibilità di lavorare all'interno dei saldi magari dopo la ripresa estiva, cosa che fino a qualche giorno fa non era sul tavolo». La Polverini ha giudicato poi «da valutare con attenzione» anche la questione di allargare il ragionamento di manovra alle Regioni a statuto speciale. «Ce ne sono alcune - ha detto - che godono di trattamenti molto diversi da noi. Su questo credo che domani si esprimerà la Conferenza delle Regioni». In ogni caso, ha aggiunto Polverini, domani ci sarà una posizione unitaria di tutti i Governatori».

Intanto, dal Tesoro, è arrivata la nuova stima dell'impatto della manovra sul prodotto interno lordo italiano. La manovra economica del Governo avrà un impatto negativo sulla crescita economica pari allo 0,5% del Pil nel triennio 2010-2012. Il dato è emerso dalla tabella integrativa della relazione unificata economia e finanza del Tesoro sull'impatto depressivo della manovra economica, presentata in commissione Bilancio del Senato, dove, nel frattempo, è iniziato l'esame dei 2.550 emendamenti al provvedimento. L'impatto sarà negativo dello 0,1% nel 2010 e dello 0,2% nel 2011 e nel 2012. Per effetto della manovra, quindi, il Pil nel 2010 crescerà dello 0,9% e non dell'1% come previsto dalle ultime stime del Governo. Secondo fonti tecniche, però, l'effetto depressivo della manovra sarà compensato nel triennio per effetto della migliore evoluzione delle variabili macroeconomiche.

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